di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - La "minoranza della minoranza" del Pd, quella che dopo aver perso le primarie "scappa con il pallone", cioè non accetta i risultati e ha votato alle Regionali per candidati diversi da quelli appoggiati dal partito, è il nemico di Matteo Renzi.
Nella relazione alla direzione in notturna del partito (iniziata alle 21,40 di ieri sera) sul dopo risultati delle Regionali, il segretario ha spiegato la sua strategia: dialogo sì, ma non con tutti, non con gli oltranzisti. Solo con coloro che sono disponibili a trovare in 15 giorni modifiche accettabili sulla riforma della scuola ed anche su quella del Senato, senza stravolgere i due disegni di legge.
La strategia di Renzi è chiara: riuscire a ricompattare il partito, ammorbidendo (si vedrà in futuro se con concessioni reali o solo di forma) le proprie posizioni almeno nei toni. Ma agli oltranzisti il richiamo è chiaro: oltre il Pd c'è il vuoto, visto che la cosa rossa di Maurizio Landini ha colorazioni oltranziste e barricadere di una "sinistra asociale", molto di lotta ma incapace di essere in alcun modo di governo.
Il gioco è limitare il più possibile quella "minoranza della minoranza", perdendo meno parlamentari possibile, specialmente al Senato, dove Renzi ha bisogno di mantenere i voti per giungere alla fine della legislatura.