di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Impegnato a fronteggiare la "minoranza della minoranza" del Pd, Matteo Renzi si trova a fare i conti anche con le beghe del centro.
L'incidente di ieri in commissione Affari costituzionali del Senato sulla scuola, dove non è stato approvato il parere (peraltro critico) sulla riforma, non è infatti conseguenza dei problemi interni al Pd quanto delle assenze in commissione dei parlamentari di Area popolare.
Il centrodestra è in subbuglio: la Lega di Matteo Salvini ha lanciato l'opa sullo schieramento, mettendo in crisi Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi, dopo avere subito la scissione dei fittiani, è alle prese con il distacco di Denis Verdini e dei suoi, che potrebbero rientrare nell'area di governo. Ma sono i centristi del governo, spaccatisi in mille pezzi dei quali il più consistente resta quello degli alfaniani, a rimanere schiacciati tra il tentativo di recuperare una leadership moderata sul centrodestra e la partecipazione alla maggioranza di centrosinistra di Renzi.
Si tratta di movimenti talvolta impercettibili, accelerati da numerosi fattori, non ultimo il posizionamento in vista delle comunali milanesi dell'anno prossimo, che incidono sempre però sugli equilibri di governo.
Renzi dovrà cercare di ridare smalto all'azione del suo esecutivo senza dimenticare le insofferenze centriste. Un'attenzione da avere già nella distribuzione delle caselle di governo vacanti.