di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Mai viste le opposizioni italiane così unite: tutte per Tsipras. E non si parla solo di opposizioni: l'ex premier Massimo D'Alema ha firmato sul Financial Times un appello di economisti del peso di Joseph Stglitz di sostegno alla Grecia. Ma le ragioni della composita alleanza non sono così rocciose, nemmeno così sicure.
A rompere in maniera clamorosa l'unanimità è stata una lettera al Giornale di Silvio Berlusconi nella quale si definisce il leader greco guida della "peggiore sinistra".
Persino Nichi Vendola, leader di Sel che sta con Tsipras senza se e senza ma, per spiegare il sostegno alla Grecia si è sentito in dovere di citare papa Francesco, arruolato nel Pantheon della sinistra antagonista, con qualche imbarazzo dei laici duri e puri del suo schieramento.
Beppe Grillo ha sventolato la bandiera greca contro l'euro e contro l'Europa, due dei tasti che lo stesso Tsipras si guarda bene dall'enfatizzare per non perdere preziosi consensi al referendum di domenica.
A destra sulle barricate pro Tsipras c'è il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta che ora si trova la lancia spuntata dalla presa di posizione del suo leader Berlusconi. Un altro barricadero come Matteo Salvini è salito sì sul carroccio di Tsipras ma annunciando che l'uscita dall'euro sarebbe "un casino": viva la Grecia ma occhio al portafoglio. Cambiando addirittura una linea storica del suo movimento.
In testacoda Giorgia Meloni che genera più di un imbarazzo a chi tra i suoi condivide l'idea che non si può salire sul carro della "peggiore sinistra".
Ma ormai destra e sinistra sono concetti dai contorni incerti. Il vero tema sul quale la composita alleanza italiana pro Grecia si sbriciola è l'Europa: per tenere Atene saldamente nell'Unione (come chiede il governo greco) ci sarebbe voluta e ci vorrebbe più Europa.
Un tema che a molti sul carroccio greco fa venire l'orticaria. Tutti fanno il tifo per perdere la partita.