Investing.com – Si fa sentire il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ed annuncia che nel 2014, sempre che non sopravvengano sconquassi politici a guastar la festa, gli Italiani pagheranno meno tasse.
A detta del Ministro , in quest’anno la ripresa si consoliderà e ciò consentirà di ridurre l’entità delle tasse che famiglie ed imprese sono chiamate a pagare. Il 2014 è visto anche da Saccomanni come l’anno della svolta ed il seppur temporaneo ribasso dello spread sotto quota 200 è, secondo il Ministro, un chiaro riconoscimento, da parte del mercato, dei progressi del Paese.
Rivendica, Saccomanni, la giustezza e l’efficacia della terapia adottata dal governo Letta, e ribadisce che essendo il Paese afflitto da problemi multipli e complessi, la strada sarà ancora lunga per un risanamento che dia tangibili risultati.
La diminuzione dello spread, se duratura, consentirà, nei prossimi anni, un considerevole risparmio sugli interessi che l’Italia paga sui titoli del debito pubblico, con conseguente beneficio sul bilancio dello Stato e, di conseguenza, anche su quello dei suoi cittadini.
Nel prossimo triennio le tasse caleranno di circa 9 miliardi ed ulteriori tagli potrebbero venire dai provvedimenti di revisione della spesa e da quelli riguardanti i provvedimenti in materia di rientro dei capitali; sempre e tutto, a patto di una indispensabile stabilità politica.
A detta del Ministro , in quest’anno la ripresa si consoliderà e ciò consentirà di ridurre l’entità delle tasse che famiglie ed imprese sono chiamate a pagare. Il 2014 è visto anche da Saccomanni come l’anno della svolta ed il seppur temporaneo ribasso dello spread sotto quota 200 è, secondo il Ministro, un chiaro riconoscimento, da parte del mercato, dei progressi del Paese.
Rivendica, Saccomanni, la giustezza e l’efficacia della terapia adottata dal governo Letta, e ribadisce che essendo il Paese afflitto da problemi multipli e complessi, la strada sarà ancora lunga per un risanamento che dia tangibili risultati.
La diminuzione dello spread, se duratura, consentirà, nei prossimi anni, un considerevole risparmio sugli interessi che l’Italia paga sui titoli del debito pubblico, con conseguente beneficio sul bilancio dello Stato e, di conseguenza, anche su quello dei suoi cittadini.
Nel prossimo triennio le tasse caleranno di circa 9 miliardi ed ulteriori tagli potrebbero venire dai provvedimenti di revisione della spesa e da quelli riguardanti i provvedimenti in materia di rientro dei capitali; sempre e tutto, a patto di una indispensabile stabilità politica.