ROMA (Reuters) - La XVII legislatura italiana è agli sgoccioli e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si prepara a sciogliere le Camere entro fine anno, dopo il via libera alla legge di Bilancio 2018, con un po' di anticipo rispetto alla scadenza ultima di metà marzo.
L'iniziativa prepara il terreno per le elezioni, per le quali la data più probabile è il 4 marzo, con la reggenza del premier Paolo Gentiloni per gli affari correnti.
Di seguito tappe e protagonisti di questa fase politica:
- FINANZIARIA
La legge di Bilancio 2018 è attualmente all'esame della Camera, che dovrebbe dare il via libera entro questa settimana al testo con voto di fiducia. Il ddl tornerà poi in Senato per l'approvazione definitiva.
La luce verde alla manovra è, di fatto, l'ultimo atto di questo Parlamento. In calendario c'è anche lo ius soli, ma il provvedimento molto probabilmente non vedrà la luce. Non c'è una maggioranza sufficiente per approvare la norma e si è preferito evitare che il governo sia sconfitto, costringendolo ad arrivare dimissionario al voto.
- CONFERENZA FINE ANNO GENTILONI
La consueta conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, prevista il 28 dicembre, ha quest'anno una valenza speciale perché subito dopo è atteso lo scioglimento delle Camere.
La scadenza naturale della legislatura sarebbe arrivata a metà marzo, considerando che la prima riunione delle Camere si è tenuta il 15 marzo 2013.
- SCIOGLIMENTO CAMERE
L'articolo 88 della Costituzione assegna al presidente della Repubblica il potere di sciogliere le Camere attraverso un decreto che deve essere controfirmato dal capo del governo.
Mattarella ha in animo di sciogliere il Parlamento prima di Capodanno, dopo aver ascoltato i presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama.
Successivamente, a volte contestualmente, il governo si riunisce per fissare la data delle elezioni che devono tenersi tra 45 e 70 giorni dallo scioglimento delle Camere.
Fonti parlamentari hanno riferito nei giorni scorsi che l'orientamento è di votare il 4 marzo 2018.
POTERI PREMIER IN CARICA PER GLI AFFARI CORRENTI
Il presidente del Consiglio resta in carica per gli affari correnti e non può dare indirizzi politici essendo le Camere sciolte.
Una fonte politica spiega però che Gentiloni, premier non sfiduciato e dunque non dimissionario, potrà godere di maggiore legittimazione a livello europeo e internazionale.
Da qui l'insistenza di Mattarella per una conclusione ordinata della legislatura.