Investing.com – la trattativa sull’unione bancaria va avanti ad oltranza a Bruxelles, per riuscire a concordare i meccanismi di salvataggio ed i limiti di partecipazione di ogni paese oltre che quelli di mutualizzazione progressiva del debito.
A sorpresa il nostro ministro Saccomanni ha preso una netta posizione contro i principi sostenuti dal suo omologo tedesco asserendo che:”si tenta di tornare indietro, rispetto agli accordi già raggiunti nelle precedenti riunioni” oltre che”complicare ulteriormente” i meccanismi di governance.
Secondo la visione di Saccomanni si dovrebbe costituire, durante il periodo di 10 anni in cui vi sarà una progressiva condivisione del debito, uno speciale “paracadute finanziario” comune a sostegno dei singoli fondi di garanzia nazionali, Schaueble, dal canto suo, non condivide affatto questa impostazione e ritiene che in caso dii crisi bancarie , saranno i singoli stati a dover provvedere autonomamente.
Il fulcro del contendere sta nel possibile ricorso diretto all’Esm, il fondo salva stati europeo in aiuto ai fondi nazionali, che viene ritenuto dal ministro italiano come uno strumento pronto da utilizzare.
Il ministro tedesco, viceversa, considerando che il fondo viene finanziato principalmente dalla Germania, ne sostiene un utilizzo solo indiretto da parte degli stati.
Secondo Schaeuble infatti dovranno essere direttamente gli Stati ad indebitarsi con l’Esm per poi concedere, a loro volta, gli aiuti alle banche eventualmente in crisi, rimanendo pertanto direttamente debitori verso l’Esm in sostituzione delle Banche.
Due visioni fondamentalmente diverse che appaiono ancora, di difficile conciliazione.
A sorpresa il nostro ministro Saccomanni ha preso una netta posizione contro i principi sostenuti dal suo omologo tedesco asserendo che:”si tenta di tornare indietro, rispetto agli accordi già raggiunti nelle precedenti riunioni” oltre che”complicare ulteriormente” i meccanismi di governance.
Secondo la visione di Saccomanni si dovrebbe costituire, durante il periodo di 10 anni in cui vi sarà una progressiva condivisione del debito, uno speciale “paracadute finanziario” comune a sostegno dei singoli fondi di garanzia nazionali, Schaueble, dal canto suo, non condivide affatto questa impostazione e ritiene che in caso dii crisi bancarie , saranno i singoli stati a dover provvedere autonomamente.
Il fulcro del contendere sta nel possibile ricorso diretto all’Esm, il fondo salva stati europeo in aiuto ai fondi nazionali, che viene ritenuto dal ministro italiano come uno strumento pronto da utilizzare.
Il ministro tedesco, viceversa, considerando che il fondo viene finanziato principalmente dalla Germania, ne sostiene un utilizzo solo indiretto da parte degli stati.
Secondo Schaeuble infatti dovranno essere direttamente gli Stati ad indebitarsi con l’Esm per poi concedere, a loro volta, gli aiuti alle banche eventualmente in crisi, rimanendo pertanto direttamente debitori verso l’Esm in sostituzione delle Banche.
Due visioni fondamentalmente diverse che appaiono ancora, di difficile conciliazione.