WASHINGTON (Reuters) - Gli attacchi aerei statunitensi contro le milizie sostenute dall'Iran in Iraq e Siria portati a termine durante il fine settimana sono stati un'azione necessaria e appropriata volta a limitare il rischio di un'escalation della situazione.
Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken.
L'esercito americano ha affermato di aver preso di mira strutture operative e per il deposito di armi in due località in Siria e una in Iraq in risposta agli attacchi con droni della milizia contro il personale e le strutture statunitensi in Iraq.
"Abbiamo adottato le azioni necessarie, appropriate e deliberate, progettate per limitare il rischio di escalation, ma anche per inviare un messaggio deterrente chiaro e inequivocabile", ha detto Blinken ai giornalisti a Roma.
I gruppi della milizia irachena schierata con l'Iran in una dichiarazione hanno reso noti i nomi di quattro membri della fazione di Kataib Sayyed al-Shuhada che sarebbero rimasti uccisi nell'attacco al confine tra Siria e Iraq, e hanno giurato di vendicarsi.
Si tratta della seconda volta in cui il presidente Joe Biden ordina attacchi di ritorsione contro la milizia appoggiata dall'Iran dall'inizio del suo mandato, cinque mesi fa. Biden ha ordinato attacchi limitati in Siria a febbraio, allora, in risposta agli attacchi missilistici in Iraq.
Due funzionari statunitensi, parlando con Reuters a condizione di anonimato, hanno riferito che le milizie sostenute dall'Iran hanno effettuato almeno cinque attacchi con droni contro strutture utilizzate dagli Stati Uniti e dal personale della coalizione in Iraq da aprile.
Come apparente segnale che Baghdad è determinata a evitare di essere risucchiata in un'escalation di tensione tra Usa e Iran, l'esercito iracheno ha epresso una rara condanna degli attacchi statunitensi. Le forze armate irachene e statunitensi si coordinano da vicino in una battaglia separata in Iraq, combattendo quel che resta del gruppo estremista sunnita Stato islamico.
(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)