L’ampio sell-off dei mercati sull’anno in corso ha preso velocità ad aprile, con gli indici USA che hanno registrato la loro peggiore performance mensile dal crash per la pandemia nel marzo 2020.
Il NASDAQ ha segnato la sua performance peggiore dall’ottobre 2008. Come abbiamo detto di recente, molti titoli azionari ed exchange-traded fund (ETF) che erano stati i beniamini durante la pandemia hanno registrato cali importanti.
Molti dei nostri lettori sapranno che un mercato ribassista solitamente si ha quando i prezzi dei titoli azionari crollano del 20% o più dai loro recenti massimi. Morgan Stanley di recente ha avvertito della possibilità di una simile situazione, suggerendo che gli investitori dovrebbero vendere su potenziali rally.
Secondo una ricerca di Merrill:
“…ci sono stati oltre 14 mercati ribassisti per l’S&P 500 dal 1926 e solitamente sono durati in media meno di un anno, rispetto alla durata pluriennale di un tipico mercato rialzista…”
Non è facile determinare con esattezza quando inizia o finisce un mercato ribassista. Tuttavia, i pianificatori finanziari suggeriscono che gli investitori retail non dovrebbero darsi un tempo limitato sul mercato, ma mantenere l’investimento per anni, se non per decenni. Dopotutto, la storia dimostra che, in media, i titoli perdono il 36% su un mercato ribassista e guadagnano il 114% su un mercato rialzista.
Dunque, la diversificazione potrebbe essere la chiave per proteggere i vostri portafogli. Ecco due ETF che potrebbero interessare agli investitori che credono che il mercato rialzista stia per finire e che stia per arrivare un mercato ribassista.
1. Vanguard High Dividend Yield Index Fund ETF Shares
- Prezzo attuale: 107,89 dollari
- Range su 52 settimane: 101,37 - 115,66 dollari
- Rendimento dividendo: 2,88%
- Percentuale di spesa: 0,06% annuo
Il nostro primo fondo è Vanguard High Dividend Yield Index Fund ETF Shares (NYSE:VYM). Investe su società USA note per pagare dividendi superiori alla media. Il fondo è stato lanciato nel novembre 2006 ed ha asset netti pari a quasi 58 miliardi di dollari.
VYM, che replica i ritorni dell’indice FTSE High Dividend Yield Index, possiede le azioni di 445 aziende. Oltre un quinto del fondo è dedicato ai finanziari. Seguono titoli sanitari (13,90%), beni di consumo (12,40%), industriali (10,20%), energetici (8,80%), beni di consumo voluttuari (8,80%), utenze energetiche (7,10%), ed altri.
Oltre il 22% del fondo è concentrato nei primi 10 titoli. Tra essi ci sono Johnson & Johnson (NYSE:JNJ), Procter & Gamble (NYSE:PG), JP Morgan Chase (NYSE:JPM), Bank of America (NYSE:BAC), Chevron (NYSE:CVX), Exxon Mobil (NYSE:XOM), Home Depot (NYSE:HD) e Pfizer (NYSE:PFE).
VYM ha visto un massimo storico a metà gennaio. Tuttavia, il resto dell’anno è stato meno stellare e l’ETF ha perso circa il 3,7% YTD. In confronto, l’indice S&P 500 è sceso di circa il 12,7%.
I rapporti P/E e P/B si attestano rispettivamente a 15,4x e 2,6x. Ci aspettiamo che VYM ed altri ETF simili attraggano l’attenzione nel resto dell’anno. Molti investitori retail probabilmente li considereranno un rifugio dalle attuali oscillazioni.
2. VanEck Africa Index ETF
- Prezzo attuale: 19,38 dollari
- Range su 52 settimane: 19,22 - 23,00 dollari
- Rendimento dividendo: 4,29%
- Percentuale di spesa: 0,77% annuo
Il nostro secondo fondo ci porta fuori dagli Stati Uniti.
Dopo l’Asia, l’Africa è il continente più popoloso. Sebbene il livello di sviluppo economico sia diverso a seconda delle nazioni, molti paesi africani hanno una classe media emergente ed un’infrastruttura in espansione.
Il nostro prossimo fondo è quindi VanEck Africa Index ETF (NYSE:AFK). L’ETF investe su società registrate in Africa o che hanno la maggior parte delle entrate derivanti dall’Africa.
AFK, che replica l’indice MVIS GDP Africa Index, al momento investe su 79 nomi. Il fondo ha cominciato gli scambi nel luglio 2008 e gli asset netti sono pari a 58,1 milioni di dollari.
Finanziari e materiali hanno la fetta maggiore, ciascuno con circa il 30%. Seguono servizi di comunicazione (21,1%), beni di consumo (7,6%), beni di consumo voluttuari (6,5%) ed altri.
Circa il 40% del fondo è investito sui primi 10 titoli. Tra questi, Safaricom, quotata sulla Nairobi Securities Exchange (NSE); Attijariwafa Bank (CSE:ATW); Anglo American (LON:AAL) quotata a Londra; MTC Nigeria Communications; e l’egiziana Commercial International Bank (EGX:COMI).
AFK segna -3,8% sull’anno in corso. I lettori che credono che le azioni delle maggiori società africane possano espandersi ancora potrebbero effettuare ulteriori ricerche su AFK.
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Nota dell’editore: Non tutti gli asset descritti sono necessariamente disponibili su tutti i mercati regionali. Consultate un broker accreditato o un consulente finanziario per trovare strumenti simili che possano essere adeguati alle vostre esigenze. Questo articolo è a solo scopo informativo. È opportuno condurre una due diligence prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.