La disoccupazione negli Stati Uniti rimane bassa, limitando la capacità di assorbire una domanda aggiuntiva senza generare inflazione, un dollaro più forte però può effettivamente trasferire la domanda dall'economia statunitense alle economie globali. Di conseguenza, altre economie mondiali (ad esempio l'Europa) potrebbero vedere un aumento delle loro esportazioni dal dollaro forte. A lungo termine, ciò dovrebbe portare a un'economia globale più sana ed equilibrata.
Tuttavia, un'impennata del dollaro tende a danneggiare le vendite e i profitti delle multinazionali con sede negli Stati Uniti, almeno nel breve termine. Questo perché i profitti esteri vengono ricondotti in dollari USA a tassi di cambio meno favorevoli. Ad esempio, una società che gestisce impianti in Europa per i quali ottiene ricavi in euro, sostiene costi in euro, riceve pagamenti e paga le tasse in euro. Nel rapporto trimestrale, ad esempio, gli utili per azione potrebbero aumentare del 12% nel trimestre, ma essere depressi dal tasso di cambio rispetto ai periodi precedenti in cui il dollaro USA era più debole. Molti a Wall Street guarderebbero ai numeri del trimestre considerandoli una delusione, ma in realtà altri numeri potrebbero dimostrare il contrario.
Oltre a questo fattore, l'economia USA genera spunti di riflessione ulteriori che vengono approfonditi in video. Queste tematiche potrebbero coinvolgere l'analisi fondamentale di varie aziende come Apple (NASDAQ:AAPL), J&J, Procter&Gamble e di riflesso l'SP500 ed il Nasdaq 100 .