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3 motivi per cui petrolio e benzina potrebbero scendere

Pubblicato 11.03.2021, 17:00
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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I prezzi del petrolio stanno mantenendo la spinta dell’OPEC+ della scorsa settimana.

Oil 300 Minute Chart

Dopo l’impennata che ha fatto seguito all’attacco missilistico in Arabia Saudita, i prezzi della materia prima non sono saliti così tanto.

Di seguito alcuni fattori che potrebbero incidere sui prezzi del petrolio e della benzina nelle prossime settimane.

1. L’OPEC+ manterrà l’impennata dei prezzi?

Il vertice dell’OPEC+ della settimana scorsa non è andato come si aspettavano la maggior parte dei trader e degli analisti. Invece di ridurre i tagli alla produzione, l’OPEC+ ha deciso di tenere i tassi invariati ad aprile.

Inoltre, l’Arabia Saudita ha annunciato di voler continuare a ridurre la propria produzione di un milione di barili al giorno in più per almeno un altro mese.

Brent 300-Minute Chart

Questa notizia ha innescato un rally dei prezzi del petrolio, con il Brent in salita di oltre il 5% e il WTI in salita del 5%. Ma i trader dovrebbero restare cauti nel considerare che questi aumenti di prezzo rappresentino nuovi minimi per i riferimenti del petrolio.

Primo, la decisone dell’OPEC+ di mantenere le quote (circa 8 milioni di barili al giorno in meno rispetto a quanto il gruppo potrebbe produrre senza quote) si applica fino alla fine di aprile. L’OPEC+ si riunirà di nuovo all’inizio di aprile per negoziare i tassi di produzione di maggio.

Questa strategia di adeguamento delle quote in base al mercato è abbastanza nuova, in quanto OPEC e OPEC+ prima stabilivano i tassi di produzione per periodi di almeno sei mesi.

Secondo, i tassi di produzione non sono necessariamente i tassi di consegna. Secondo i dati di due servizi che seguono le petroliere, le esportazioni saudite non sono scese a febbraio quanto avrebbero dovuto, in base al taglio aggiuntivo di 1 milione di barili al giorno. Le esportazioni sono scese alla fine del mese, ma i dati indicano che l’Arabia Saudita ha mantenuto i livello di esportazioni vendendo il petrolio stoccato.

Terzo, i trader dovrebbero tenere a mente che la Russia, si è assicurata di nuovo la benedizione dell’OPEC+ per l’aumento della produzione di petrolio ad aprile di 130.000 barili al giorno. Sebbene nei mesi invernali la Russia abbia rispettato di più le quote di produzione imposte, il paese in passato ha prodotto più del dovuto.

L’esperienza insegna che la Russia probabilmente produrrà in eccesso alle quote e riuscirà ad aumentare la produzione più facilmente in primavera ed estate durante il disgelo in Siberia.

2. I prezzi della benzina negli USA stanno salendo, ma per quanto?

I prezzi più alti del petrolio non sono gli unici responsabili per l’aumento dei prezzi negli USA. Il gelo che ha colpito il Texas nel mese scorso ha bloccato circa il 40% della capacità di raffinazione negli USA, e ancora non è tornata alla normalità.

Secondo l’EIA, le raffinerie che operano nella regione PADD3, che include Texas e Gulf Coast stanno lavorando solo al 61% della capacità. Si tratta del minimo della capacità di raffinazione toccata in quest’area dal 2010.

Le scorte di benzina negli USA sono al minimo per questo periodo dell’anno dal 2015 e sono al di sotto della media di 5 anni per questo periodo dell’anno. Le azioni del settore della benzina solitamente sono in salita a marzo, in preparazione alla stagione estiva, in cui la domanda sale e i titoli scendono.

Una parte delle azioni è in calo rispetto alla media per questo periodo dell’anno: le raffinerie non hanno lavorato al loro ritmo normale e il petrolio è andato in stoccaggio anziché in raffineria.

I trader dovrebbero aspettarsi questo disequilibrio svanisca quando le raffinerie ritorneranno alla normalità ed i titoli petroliferi scenderanno. La domanda è, le raffinerie riusciranno a mantenere la domanda quando inizierà la stagione estiva?

Non dovrebbero avere problemi se la domanda resterà tra gli 8 e i 9 milioni di barili, ma alcuni analisti credono che la domanda USA potrebbe salire a 10 milioni di barili questa estate. Questo metterebbe pressione ai prezzi.

Inoltre, i trader dovranno tenere d’occhio le esportazioni della benzina negli USA. Se le raffinerie riusciranno a vendere la benzina all’estero ad un prezzo più alto, lo faranno. Questo potrebbe mettere ulteriore pressione sui prezzi e non è chiaro se l’attuale amministrazione di Washington D.C. reagirà bene ad un aumento significativo dei prezzi.

3. Il petrolio iraniano tornerà sui mercati?

Con l’Arabia Saudita e altri paesi del Medio Oriente che tolgono dal mercato una grande quantità di petrolio, India e Cina stanno guardando all’Iran per saziare la loro brama di greggio a costo più basso.

L’India è rimasta costernata dalla decisione dell’OPEC di non aumentare la produzione. Il paese è stato letteralmente snobbato dalle dichiarazioni del ministro del petrolio saudita Abdulaziz bin Salman secondo il quale l’India non dovrebbe lamentarsi dell’aumento dei prezzi in quanto l’India ha fatto scorta di tantissimo petrolio a basso costo nel 2020. Probabilmente, in tutta risposta, l’India ha comunicato alle raffinerie di stato diversificare le fonti dall’attuale mix di petrolio arabo.

Secondo una notizia di Reuters, sia la Cina che l’India si starebbero preparando ad aumentare le loro importazioni di petrolio iraniano. La NIOC, la compagnia petrolifera iraniana di stato (Iranian National Oil Company) ha iniziato a prendere contatti con clienti in Asia dall’insediamento del Presidente USA Joseph Biden, con la convinzione che le sanzioni contro il petrolio iraniano saranno cancellate.

Secondo Reuters, la Cina ha più che raddoppiato le sue importazioni sotto banco di petrolio iraniano tra dicembre 2020 e la fine di febbraio 2021. L’India ha bloccato le importazioni di petrolio iraniano a causa delle sanzioni USA. Secondo alcuni funzionari indiani, il paese potrebbe riprendere a importare petrolio dall’Iran a partire da giugno.

I trader dovrebbero seguire il petrolio iraniano in quanto questo avrà un impatto sui mercati, a prescindere dalle sanzioni. Anche le notizie di un aumento delle importazioni illecite dalla Cina (o l’inizio di importazioni illecite dall’India) potrebbero bastare a far scendere i prezzi.

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