Rassegna giornaliera sul mercato forex, 28 aprile 2020
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Il cambio EUR/USD è schizzato al massimo di sette settimane per i motivi seguenti:
- La Fed non è riuscita a ravvivare le aspettative. Dice che adesso non è il momento di ridurre
- I rendimenti dei bund tedeschi a 1 anno hanno toccato il massimo di due settimane
- Si prevedono miglioramenti nel report di giovedì sul mercato del lavoro tedesco e nel report sulla fiducia nella zona euro
- A sette settimane dal prossimo vertice della Fed, le restrizioni nella zona euro scenderanno prima che la Fed inizi a parlare di inasprimento
- Tecnicamente, il cambio EUR/USD supera al rialzo
La Federal Reserve non è riuscita a ravvivare le aspettative, e questo ha causato un calo generale del dollaro USA. Il biglietto verde è sceso contro tutte le principali valute, e questa debolezza ha spinto il cambio EUR/USD al livello più forte degli ultimi due mesi.
Secondo la dichiarazione del FOMC, l’attività economica e l’occupazione si sono rafforzate grazie ai progressi delle campagne vaccinali e alle forti politiche di sostegno. Con la ripresa delle attività, questo ottimismo era stato già ampiamente considerato. Gli investitori speravano che i recenti miglioramenti avessero incoraggiato il Presidente della Fed Jerome Powell a parlare di riduzione, ma lui non ne ha fatto menzione. Invece, Powell ha ribadito che l’aumento dell’inflazione è transitorio in quanto c’è una certa debolezza nel mercato del lavoro. “Un aumento transitorio dell’inflazione sopra il 2% di quest’anno non rispecchierebbe gli standard di un superamento moderato”.
Invece di concentrarsi sulle variazioni al bilancio, Powell ha dichiarato che ora non è il momento di iniziare a parlare di riduzione: questo è ciò che volevano sentire gli investitori per far crollare il dollaro. Il biglietto verde è sceso contro le principali valute e a sette settimane dal prossimo vertice, la riluttanza della Fed a ridurre gli accomodamenti potrebbe impedire un rally del dollaro nel breve termine.
Il FOMC non è stato l’unico motivo per cui il cambio EUR/USD è schizzato mercoledì, sebbene sia sicuramente il motivo più importante. Il rendimento dei decennali tedeschi ha toccato un massimo di due mesi. Per domani, ci aspettiamo dati tedeschi positivi sul mercato del lavoro e sulla fiducia dei consumatori. I dati sull’inflazione dovrebbero essere migliori, con i prezzi delle materie prime in aumento. Il tempo è dalla parte dell’Europa. Ogni giorno, sempre più europei stanno ricevendo il vaccino, e le restrizioni potrebbero iniziare ad essere cancellate da maggio. Quando questo accadrà, la prospettiva di una domanda forte dovrebbe spingere i guadagni dell’euro. Su base tecnica, il supermento della media mobile su 20/50 giorni è un segnale di ulteriore forza.
Il Presidente USA Joe Biden si rivolgerà questa sera al Congresso, alla vigilia del suo centesimo giorno in carica. Si prevede che sveli il pacchetto da 1,8 mila miliardi di dollari a supporto delle famiglie e dell’istruzione. Il nuovo pacchetto fa parte del piano di spesa da 4 mila miliardi che sarà finanziato dalla riforma fiscale. Il marginal rate per i cittadini più ricchi sarà aumentato, così come le imposte sui guadagni capitali per chi guadagni più di un milione di dollari. Il rally azionario è stato moderato dalla prospettiva di tasse più elevate, ed il discorso di Biden potrebbe rinnovare i timori del mercato.
Oltre che su Biden, i riflettori saranno puntati sui dati di giovedì sul PIL USA. Si prevede una forte ripresa dell’economia USA nel primo trimestre. Gli economisti si aspettano una crescita del 6,1%. Se i dati sul PIL dovessero superare tale soglia, potremmo assistere ad un rimbalzo del dollaro USA. Tuttavia, se i dati dovessero essere inferiori alle attese, il calo del dollaro contro lo yen giapponese e altre valute potrebbe essere più significativo in quanto rafforza i timori sulle tasse, sulla delusione per la Fed e sul sentimento dei mercati.
Tutte le valute legate alle materie prime sono schizzate sulla scia di una debolezza del dollaro USA. Il dollaro neozelandese è salito in vista del report di stasera sulla bilancia commerciale. Visto l’aumento dell’indice PMI manifatturiero, i dati dovrebbero essere positivi. L’impennata del dollaro canadeseè stata supportata dai dati sulle vendite al dettaglio, mentre sul dollaro australiano hanno pesato i dati deboli sull’IPC.