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Accordo sì o accordo no con la Cina? La risposta detterà l’andamento del forex

Pubblicato 10.05.2019, 08:57
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 9 maggio 2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

Gli investitori temono che questa volta il Presidente Trump abbia davvero intenzione di alzare i dazi su praticamente tutti i prodotti cinesi al 25%. Con la scadenza di venerdì alle porte, il Presidente Trump lascia tutti con il fiato sospeso. Infatti, proprio giovedì mattina ha dichiarato che la Cina non può rinegoziare l’accordo commerciale, mentre poco dopo ha annunciato di aver ricevuto una “bellissima lettera” dal Presidente Xi e i due avrebbero avuto una discussione telefonica. Questo rimette in gioco la possibilità di un rinvio dei dazi, e secondo Trump, un “accordo con la Cina questa settimana è ancora possibile”. Il cambio USD/JPY, che ha toccato il minimo di tre mesi all’inizio della seduta newyorkese, quando il Dow Jones Industrial Average è crollato di 400 punti, ha chiuso la giornata in leggero calo.

Ciò che è stato interessante giovedì è stato il fatto che il dollaro USA sia sceso insieme alle borse. Solitamente, l’avversione al rischio è accompagnata da una corsa al biglietto verde, ma giovedì gli investitori sono stati cauti con ogni tipo di asset statunitense. I prezzi alla produzione più elevati ed il deficit commerciale più alto sono da considerarsi responsabili solo in parte, in quanto il rallentamento dell’IPP suggerisce una crescita più debole dell’IPC atteso per venerdì. L’IPC è il dato statunitense più importante di questa settimana, e nonostante gli economisti si aspettino un aumento della pressione dei prezzi legato all’aumento dei carburanti, il rischio è di ribasso dopo l’IPP. Se la crescita dell’IPC dovesse rallentare, potremmo assistere a ulteriori ribassi del cambio USD/JPY. Se la lettura sarà uguale o superiore allo 0,4%, ci sarà un cauto rally.

Ma la reazione del dollarosarà limitata fino alla scadenza sui dazi fissata per la mezzanotte di venerdì. Dopo la chiusura dei mercati le possibilità saranno due: si deciderà se imporre o rinviare i dazi. Le trattative sono state riavviate giovedì e seguiranno con una cena tra il Vice Premier Cinese Liu, il Segretario al Tesoro Mnuchin ed il principale negoziatore commerciale di Trump, Lighthizer. Il tempo a disposizione per trovare un accordo è davvero poco, ma Trump potrebbe decidere di rinviare la scadenza se dovesse avere dei dialoghi positivi con il Presidente Xi. Un accordo last-minute non è ancora da escludere. La giornata di venerdì sarà una giornata molto agitata, in quanto gli investitori attendono di sentire la decisione di Trump, e quando sarà presa, ci sarà un gran movimento nelle valute potenzialmente sostenibile. Se i dazi verranno alzati, il cambio USD/JPY potrebbe superare 109 e la coppia AUD/USD potrebbe toccare 68 centesimi. Se saranno rinviati, aspettatevi pure che il cambio USD/JPY tocchi 110,50 e che la coppia AUD/USD schizzi sopra i 71 centesimi.

Intanto, continuiamo a tenere d’occhio il cambio USD/CAD, che venerdì potrebbe superare il consolidamento di due settimane. Sono attesi i dati sul mercato del lavoro ed un report deludente potrebbe mandare il cambio sopra 1,35. Sebbene gli economisti si aspettino una crescita occupazionale migliore, le previsioni caute della Banca del Canada, il calo della componente occupazionale dell’indice PMI IVEY ed i dato commerciali più deboli del previsto sono un segnale di debolezza dell’economia canadese. I prezzi del petrolio sono in calo ma il cambio USD/CAD ne ha risentito solo in maniera limitata. Il report sul mercato del lavoro potrebbe innescare un superamento che potrebbe permettere alla valuta canadese di seguire la scia di ribassi delle altre valute.

Il cambio EUR/USD ha toccato il massimo di 1,1250. Purtroppo non si tratta di un superamento convincente in quanto il cambio è sceso dopo che Trump ha affermato che un accordo è ancora possibile. Il cambio EUR/USD si è mosso parecchio in entrambe le direzioni e il downtrend rimarrà tale finché non vedremo la coppia fermarsi sopra il massimo di maggio di 1,1265. Anche il cambio GBP/USD sarà sotto i riflettori in vista dei dati sul PIL del primo trimestre. Ci aspettiamo dato positivi visto che gli scambi commerciali e le vendite al dettaglio hanno visto dei miglioramenti nei primi 3 mesi dell’anno. Il cambio si sta stabilizzando sopra 1,30 e potrebbe salire a 1,31 se i dati saranno positivi, ma la sostenibilità dipenderà dalla propensione al rischio.

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