Sta iniziando quella che sui mercati potrebbe essere davvero una settimana cruciale visti i tanti appuntamenti in agenda. Tra dati, FED e notizie geo-politiche non c'è da meravigliarsi se l’avvio di sessione sta mostrando poca direzionalità. L’interruzione dello Shutdown proclamata da Trump nella giornata di venerdì, per ora temporanea, ha avuto non poche ripercussioni sul dollaro e ora stiamo assistendo a una fase di consolidamento.
Le giornate chiave potrebbero essere quelle di martedì e mercoledì tanto sul fronte guerra commerciale Stati Uniti-Cina quanto sul fronte primo meeting annuale del FOMC. In tutto questo contesto l’EUR/USD si trova a ridosso di un livello a medio termine molto importante (area 1,1420), l’oro ha sfondato quota 1.300 dollari mentre il rendimento delle obbligazioni decennali USA si riporta verso il 2,80%. Aggiungiamoci la Brexit, che vivrà una settimana altrettanto importante e possiamo sicuramente affermare che non ci sarà spazio per annoiarsi.
Wall Street ha chiuso la sessione di venerdì scorso al rialzo con l’S&P 500 +0,8% a 2665 punti, ma con i futures in calo di circa -0,4% si è registrato un lieve rallentamento nei mercati asiatici ( Nikkei -0,6%, Shanghai Composite -0,2% ). I mercati europei appaiono incerti, ma in recupero nel cash rispetto alle perdite dei futures. Per quanto riguarda il forex segnaliamo l’interessante rimbalzo del Kiwi, mentre sul fronte materie prime il petrolio perde -1,3% dopo che il dato sugli impianti d’estrazione USA di venerdì scorso faceva registrare il primo incremento annuale.
Sul fronte macro economico oggi non c’è nulla di particolare da segnalare, attenzione solamente alla testimonianza del presidente della BCE Mario Draghi al Parlamento europeo (ore 15) ma dopo la conferenza stampa dello scorso giovedì non aspettiamoci chissà cosa.