Le azioni statunitensi affrontano la loro vendita più lunga degli ultimi decenni. Se sono vicini al minimo questo è impossibile saperlo con certezza.
Le vendite di mercato hanno a lungo posto interrogativi agli analisti: facendo un salto indietro nel tempo, e analizzando quanto accaduto dal 1973 al 1974, i bottom si potrebbero esaurire dopo giorni di bassi volumi di scambio.
Molti investitori e analisti, guardando indietro ai pullback storici, ritengono che l'attuale crisi che ha portato l'S&P 500 sull'orlo di un mercato ribassista abbia ancora molta strada da fare.
L'indice è in calo del 19% rispetto al record del 3 gennaio, flirtando con il calo del 20% che porrebbe fine al mercato rialzista iniziato a marzo 2020. Il selloff azionario di quest'anno, giunto al suo quinto mese, è già andato avanti per molto più di quanto il tipico comportamento che si verifica senza una recessione, secondo Deutsche Bank (ETR:DBKGn).
Eppure la Federal Reserve è ancora nelle prime fasi della sua campagna per aumentare i tassi di interesse, il che significa che le condizioni finanziarie si inaspriranno ulteriormente e metteranno più pressione sui titoli nei prossimi mesi. Molte persone sono scettiche sul fatto che la banca centrale sarà in grado di continuare ad aumentare i tassi senza far precipitare l'economia in una recessione, un periodo in cui le azioni sono in genere scese di circa il 30% a partire dal 1929, secondo Dow Jones Market Data.
I dati hanno continuato a suggerire che il selloff di quest'anno, sebbene doloroso, non ha ancora portato al tipo di cambiamenti nel comportamento di investimento visti nelle precedenti flessioni.
Gli investitori continuano ad avere una grossa fetta dei loro portafogli nel mercato azionario. Bank of America Corp (NYSE:BAC). ha dichiarato questo mese che i suoi clienti privati hanno in media il 63% dei loro portafogli dedicati alle azioni, molto più che dopo la crisi finanziaria del 2008, quando avevano solo il 39% dei loro portafogli in azioni.