OraFinanza - Crescono i rendimenti dei Buoni del Tesoro Poliennali (Btp). Questa mattina il Ministero del Tesoro ha collocato complessivamente 5,75 miliardi di euro nell’asta Btp a 3 e 7 anni, con un rendimento salito di circa mezzo punto percentuale.
Nel dettaglio, la terza tranche del Btp 2,70% con scadenza 15 ottobre 2027 ha ricevuto ordini per 4,548 miliardi di euro ed è stata assegnata per complessivi 2,75 miliardi di euro: il rendimento si è attestato al 2,85%, pari a 49 punti base in più rispetto all'asta precedente del 12 dicembre 2024.
L’altra assegnazione ha riguardato 3 miliardi di euro della quarta tranche del BTp 3,15% con scadenza 15 novembre 2031 a fronte di una domanda di 4,879 miliardi: il rendimento lordo è stato del 3,49%, pari a un incremento di 57 punti base sull'asta precedente (12 dicembre 2024).
Sul mercato secondario italiano resta la condizione di debolezza, con un andamento peggiore rispetto al resto del comparto europeo. A penalizzare è ancora un mix di fattori, tra cui la solidità degli ultimi dati Usa e l'aumento del prezzo del petrolio che raffreddano le aspettative di un taglio dei tassi da parte di Federal Reserve e della Banca centrale europea.
In scia a quanto visto anche la scorsa settimana, contribuisce anche l'abbondanza dell'offerta che si declina sia attraverso aste regolari, come nel caso di Italia, Germania e Spagna, sia attraverso potenziali annunci di emissioni sindacate per Austria e Irlanda. Inoltre, la Commissione europea ha dato mandato a un pool di banche per la riapertura di un bond con scadenza ottobre 2054 via sindacato e la Grecia ha fatto altrettanto con il nuovo decennale.
Secondo gli strategist di Commerzbank (ETR:CBKG), questa settimana questi fattori difficilmente possono cambiare le dinamiche ribassiste viste nelle ultime sedute sul secondario europeo. “Qualche cambiamento potrebbe giungere nel corso della settimana grazie agli appuntamenti sul versante macro: mercoledì verrà diffusa la lettura di dicembre dell'inflazione Usa con attese per un marginale aumento su anno a 2,8% per la componente principale, mentre venerdì è la volta della lettura definitiva dell'inflazione della zona euro. Le attese sono per una conferma della stima 'flash' diffusa la scorsa settimana”, spiegano dalla banca tedesca.
Se “i dati sopraccitati potrebbero imprimere una frenata rispetto all'attuale andamento dei rendimenti sull'obbligazionario europeo e italiano nel caso in cui l'inflazione mostrasse segnali di raffreddamento, uno scenario contrario invece determinerebbe un rafforzamento dell'aumento dei tassi”, concludono da Commerzbank.