Analisi dei mercati principali
L’ultima ottava ha confermato la fase di risk on in atto sui corsi azionari mentre sugli altri mercati di riferimento abbiamo avuto dapprima una fase di debolezza e lateralità seguita da un rimbalzo convincente nella parte finale della settimana.
Per gli indici americani e il Dax avevo sottolineato il fatto che nonostante si fosse in fase di ritracciamento e debolezza, la rottura al rialzo delle loro rispettive trendline ribassiste sul timeframe giornaliero avrebbe fatto riprendere la fase di rialzo e rimbalzo che effettivamente poi è avvenuta. I mercati azionari americani rimangono sostenuti nel breve e continuano a testare e superare resistenze e supporti statici e zone di grande liquidità sui timeframe bassi, portando i prezzi a formare al momento delle configurazioni di doppi massimi come da fattibilità di analisi tecniche.
Prima di analizzare a livello grafico e di pricing come potrebbero muoversi dai livelli attuali gli indici di riferimento bisogna tra le tante analisi, misurazioni e variabili tecniche, considerare e monitorare due metriche tra le più importanti: il PE Ratio (rapporto prezzo/utili negli ultimi 12 mesi) e il PEG Ratio (rapporto prezzo/utili diviso per il suo tasso di crescita degli utili negli ultimi 12 mesi).
Per confronto e misurazione ad esempio un PE Ratio di valore 20 vuol dire che un titolo azionario o un indice azionario è scambiato a 20 volte i suoi guadagni nei 12 mesi, quindi in generale di norma sarebbe preferibile a livello di rischio/rendimento e di relativi guadagni un numero o multiplo inferiore a quello misurato in un dato momento.
Il PEG Ratio dal canto suo invece è una metrica più completa e precisa del PE Ratio, statisticamente e probabilisticamente parlando, un valore del PEG Ratio inferiore o uguale a 1 è buono perché considerato alla pari o sottovalutato rispetto al suo tasso di crescita, mentre un valore maggiore di 1 non è altrettanto buono perché considerato sopravvalutato rispetto al suo tasso di crescita.
Ad esempio, una società con un rapporto P/E di 25 e un tasso di crescita del 20% avrebbe un rapporto PEG di 1,25 (25/20 = 1,25). Una società con un rapporto P/E di 40 e un tasso di crescita del 50% avrebbe un rapporto PEG di 0,80 (40/50 = 0,80). Tradizionalmente, gli investitori guarderebbero il titolo con il P/E più basso e lo considererebbero un vero affare. Ma rispetto al suo tasso di crescita, non ha la crescita degli utili per giustificare il suo P/E. In questo esempio, quello con il P/E di 40 è l'affare migliore perché vende a sconto rispetto al suo tasso di crescita. Quindi il rapporto PEG ci dice quanto stai pagando per ogni unità di crescita degli utili.
Attualmente abbiamo:
INDICE P/E RATIO PEG RATIO
S&P 500 19 > 2.00
NASDAQ 100 31 > 1.00
DOW JONES 22 > 1.00
DAX 16 > 1.00
Visti i numeri attuali in tabella si dovrebbe considerare una fase di prese di profitto e bisognerebbe avere le dovute cautele per riequilibrare alcuni valori e metriche non solo di quelle indicate qui ma anche di tante altri/e; ma la storia e direi anche la statistica nonostante gli eccessi è mossa da vari fattori più o meno importanti e da varie dinamiche sia nel breve sia nel medio e lungo periodo.
Inoltre nonostante gli eccessi dei P/E ratio e dei PEG Ratio gli stessi attualmente risultano inferiori ad esempio al periodo pre pandemia Covid-19, quindi sono possibili ulteriori allunghi dei corsi azionari americani ed europei nel breve e medio periodo.
Vediamo la situazione attuale:
L’S&P 500, potrebbe ancora testare la resistenza a 4.513/35, limite questo per una fase di consolidamento e correzione, soprattutto se un nuovo massimo non viene confermato dal momentum settimanale dell'RSI.
Al di sotto del supporto a 4.350/25 che potrebbe fare da pavimento per un rimbalzo, in caso di chiusura daily sotto questo livello, la correzione al ribasso potrebbe arrivare intorno all’area supportiva di 4.260/40 prima e successivamente ad area 4.190/200. Una chiusura sotto questo ultimo livello aprirebbe la strada ad una accelerazione fino ad area 4.100.
Tuttavia, una rottura sopra 4.535 suggerirebbe una ulteriore accelerazione verso la resistenza del massimo di 4.630 circa fatto a marzo 2022 e potenzialmente anche il massimo record di 4.820 circa.
Stesso discorso e stessa dinamica per il Nasdaq, alla portata i 15600 prima e successivi 16000 punti, in estensione se confermata la forza relativa dell’indice ad area 16400 e record assoluto a 16780 punti circa.
Debolezza solo sotto area 15000 in chiusura daily con approdo ribassista ai livelli 14500, 14300/200 e in estensione all’area di 14000/13900 punti circa.
Dow Jones possibile estensione ad area 35200 punti circa e successivi 35400 e 35600/700 punti.
Ulteriore forza relativa spingerebbe i prezzi a testare le zone di 36000, 36400 e massimo assoluto di circa 37000 punti.
Debolezza in chiusura di giornata solo sotto 34000 con targets a 33500 circa, 33200 e 33000 punti.
Dax solo costantemente sopra i 16000 allungo a testare i massimi assoluti a 16250 circa con possibile ulteriore rialzo ad area 16500, 16750 in estensione a 17000 circa.
Debolezza e ribassi sotto 15900 punti con targets ad area 15700 circa, 15500 e 15250/200 con estensione a 15000 punti.
Wti orientato a continuare il rimbalzo tecnico fino ad area 72/72.50 dollari circa e successivi 74 dollari in estensione a circa 75/75.50 dollari.
Debolezza solo sotto i 69 dollari per fase di consolidamento in estensione ad area 68 dollari e 67.50 dollari.
Gold segnalavo in precedenza in un mio aggiornamento di un mese fa che la tenuta del livello 38.2 di Fibonacci situato in area 1900 circa avrebbe fatto da spartiacque per il proseguimento del trend primario rialzista e così è avvenuto perché il prezzo si è fermato in zona 1893 circa per poi rimbalzare.
Ora il trend di breve pone le basi per un allungo ai targets di area 1940, 1950 circa in estensione a 1965 circa e 1980 dollari.
Debolezza e lateralità solo sotto i 1914 dollari in chiusura giornaliera in estensione ai targets di 1908 circa e 1905 dollari.
Silver graficamente simile al Gold ha tenuto e ha rimbalzato da una zona supportiva sia statica sia dinamica importante per il proseguio del trend rialzista e sta ponendo le basi per un allungo alle aree 23.250 e 23.500 e successive 24 e 24.250.
Debolezza sotto i 22.75 con targets a 22.50 e 22.35/25 circa.
Eur/Usd la scorsa settimana segnalavo che in caso avesse rotto 1.0900 la valuta europea avrebbe visto debolezza e ribasso fino alle aree 1.08600/1.08400 e così è stato; ma segnalavo anche che nonostante la possibilità di lateralità ribassista fino a queste aree segnalate di grande liquidità e supporti importanti l’euro avrebbe potuto ritestare i massimi di breve in area 1.1000 e 1.1100.
Ritengo al momento validi ancora entrambi i targets ma con molta probabilità nel brevissimo ritengo alla portata il target a 1.1000 e poi una fase di consolidamento e lateralità in vista del focus di 1.11000.
Debolezza rimarrà sempre sotto 1.0900 con possibili retest delle aree già riportate e toccate dalla coppia.
Gbp/Usd anche per questa coppia avevo sottolineato una debolezza sotto zona 1.2700 con estensione ribassista ad area 1.26000 e 1.25500; i prezzi si sono fermati a 1.25900 segno anche di una struttura migliore e una forza maggiore in queste ultime settimane della sterlina rispetto all’euro.
Rimangono anche per la sterlina intatti i targets già riportati in aree 1.28000 e 1.28500 in estensione a 1.30000.
Ribassi sempre e solo sotto 1.27 con possibili retest alle aree già indicate.