Con la recessione possibile alle porte, l'instabilità politica, ed i soldi del PNRR a rischio, si è tornato a parlare di patrimoniale, che permetterebbe allo Stato italiano di rastrellare denaro in poco tempo e senza particolari sforzi.
La “patrimoniale”, come dice il termine stesso, è un’imposta che colpisce il patrimonio, indipendentemente dal reddito, e in realtà in Italia esiste già.
Pensiamo al bollo sul dossier titoli in portafoglio. In quest’ultimo caso si tratta di una patrimoniale proporzionale, in quanto è calcolata in percentuale fissa (0,20%) sul valore assunto dal portafoglio di strumenti finanziari al 31 dicembre di ogni anno. La patrimoniale può essere anche ad importo fisso, come accade con il bollo sul conto corrente, (€ 34,20 fissi su una giacenza media annua superiore ai € 5.000). La peggior patrimoniale rimasta nell’attuale memoria collettiva è certamente il prelievo forzoso del 1992 attuato dal Governo Amato, che prelevò dai conti correnti degli italiani lo 0,6 per mille. Gli italiani oggi, dispongono di circa 10.000 miliardi di euro di ricchezza accumulata, sotto forma di immobili, risparmi liquidi ed investimenti finanziari. Nel complesso, questi risparmi valgono circa 5,5 volte il PIL, e solo all’interni dei conti correnti degli italiani ci sono circa 1.400 miliardi di euro.
Anche se la patrimoniale dovrebbe rappresentare l’ultima istanza di un Paese prima del dissesto finanziario (vedi quelli di Grecia o Argentina di qualche anno fa), è innegabile che l’impatto di una simile manovra in Italia produrrebbe un risultato di entità non indifferente per i fabbisogni emergenziali delle nostre casse pubbliche.
Come difendersi quindi da un’eventuale patrimoniale e non doversene più preoccupare?
Opzione 1: Polizza assicurativa di Ramo 1 (gestione separata) che, oltre a garantire il capitale e un rendimento minimo annuale, rappresenta un capitale separato dal deposito titoli quindi difficilmente rintracciabile da una patrimoniale (inoltre non rientra nell'asse ereditario come i titoli di stato).
Il Governo potrebbe, infatti, decidere di applicare un’imposta proporzionale ai depositi in Banca (conto corrente, conto deposito, deposito titoli) ma difficilmente includerebbe in questo ammontare anche gli investimenti assicurativi che, ad oggi, sono gli unici ad esempio su cui non è applicata l’imposta di bollo del 2 per mille.
Opzione 2: il fondo pensione. Se lo Stato decidesse di tassare il conto corrente, si potrebbe spostare un po’ di liquidità sul fondo pensione che, proprio grazie alla sua natura previdenziale, difficilmente sarà incluso in una patrimoniale. Da ricordare tuttavia, che smobilizzare il tuo fondo pensione per ripristinare la liquidità non è semplice e neppure conveniente vista la tassazione applicata sulle somme svincolate, perciò va vista come opzione a lungo termine.
Opzione 3: se il Governo applicasse la patrimoniale solo sulla liquidità in conto corrente e non sugli investimenti, è quella di spostare parte della liquidità che non utilizzi su etf monetari o obbligazioni di brevissimo termine (scadenza entro i 12-18 mesi), perciò strumenti che temporaneamente consentono di “parcheggiare” la liquidità e successivamente di smobilizzare le somme in pochissimi giorni solitamente senza spese.
In questo caso la scelta sarebbe conveniente qualora l’aliquota della patrimoniale fosse superiore al costo di acquisto dell’investimento (ad esempio compro un etf monetario che mi costa lo 0.25% e la patrimoniale è dell’1%.
Perciò, sperando non capiti mai, ma se la tanto temuta patrimoniale tornasse prima o poi sul tavolo di qualche Governo, avere sempre pronte queste opzioni potrebbe essere utile.
Alla prossima!
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