Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Sembra esserci stata una svolta sul sentiment degli investitori, svolta subentrata dopo la prima testimonianza del neo presidente FED Jerome Powell.
All'improvviso non solo tre, ma forse quattro rialzi dei tassi potrebbero aver spaventato i mercati, innescando dei movimenti che in tanti attendevano da tempo.
Secondo Powell l'inflazione crescerà e il FOMC avrà necessità di rivalutare le sue aspettative in vista del prossimo meeting.
Proprio queste parole, probabilmente, hanno lasciato intendere un rialzo dei tassi aggiuntivo, anche se va detto che tali parole non sono mai state pronunciate.
L'aumento dell'inflazione è un fattore trainante di una qualsiasi politica monetaria più restrittiva, ma ciò non è necessariamente qualcosa di positivo.
Basta osservare l’azionario per capirlo, azionario dove sono riprese le vendite certificando un’avversione al rischio.
Interessante anche la reazione sul mercato obbligazionario, dove lo spread dei titoli di stato 2-10 anni è in realtà diminuito, con l'appiattimento della curva.
La contrazione del rischio sta sostenendo un dollaro più forte, allo stesso tempo sta determinando anche la forza dello yen.
Powell parlerà di nuovo davanti al Senato nel corso del pomeriggio, quindi sarà interessante capire se tornerà indietro rispetto a quanto dichiarato l’altro ieri (soprattutto considerando la reazione del mercato).
Non solo, oggi avremo il rilascio di un dato relativo all’inflazione considerato dalla Fed come il più importante: il core PCE.
Ci darà nuove indicazioni di un inflazione al rialzo? In realtà le aspettative sono per un dato invariato rispetto al precedente, + 1,5% il consenso, ma è chiaro che un eventuale rialzo riaccenderebbe nuovamente le paure del mercato.
Nel frattempo anche la sterlina è sotto pressione causa Brexit , in particolare il problema sul confine nordirlandese inizia a rappresentare un serio problema. Il discorso di Theresa May che si terrà venerdì potrà cambiare il sentiment?
Ieri Wall Street ha registrato nuove pressioni di vendita con il Dow che perdeva 380 punti e l’SP 500 in calo del 1,1% a 2714 punti.
I mercati asiatici hanno reagito in modo altrettanto negativo, con il Nikkei -1,6%, anche gli europei sembrano voler accelerare al ribasso. Gli investitori, come detto, oggi si concentreranno su Jerome Powell mentre per quanto riguarda i dati nudi e crudi l'inflazione statunitense e i PMI saranno i movers più rilevanti. I PMI dell'eurozona arriveranno alle 10 del mattino, col manifatturiero finale che dovrebbe confermare 58,5 (in linea con la lettura flash 58,5).
Il PMI manifatturiero del Regno Unito arriverà alle 10:30 e dovrebbe calare a 55,0 (da 55,3 del mese scorso). La produzione ISM degli Stati Uniti arriverà alle 16 e dovrebbe scendere leggermente a 58,7 (rispetto al 59,1 del mese scorso).
Attenzione però alle 14:30, ovvero alla spesa principale per il consumo personale che non dovrebbe muoversi dal + 1,5% del mese scorso: come detto questo è il dato preferito dalla FED per valutare l’andamento dell’inflazione.
Infine avremo le richieste di sussidi di disoccupazione settimanali USA sempre alle 14:30, che dovrebbero nuovamente attestarsi a 226.000 unità.