Circolano voci su un presunto accordo segreto tra Arabia Saudita e Stati Uniti per regolare le vendite di petrolio in dollari per 50 anni.
E secondo queste voci l'Arabia Saudita avrebbe troncato questo accordo, infliggendo un forte colpo al petrodollaro e quindi una possibile caduta della valuta stessa.
Ma c'è un piccolo dettaglio...non si può troncare un accordo che non c'è mai stato.
La verità è molto diversa.
Nel 1974, gli USA e l'Arabia Saudita avevano un patto: armi americane in cambio di investimenti sauditi nei titoli del Tesoro. Ma questo accordo non riguardava l'uso esclusivo del dollaro per il petrolio.
La ragione per cui il dollaro è la valuta dominante per il petrolio è perché il dollaro è dominante per tutte le transazioni transfrontaliere.
Tutti usano il dollaro, quindi i migliori tassi di cambio sono sempre quotati rispetto al dollaro.
Un po' come WhatsApp...lo usiamo perchè lo usano anche gli altri e non vogliamo trovarci fuori dal mondo.
Nonostante il debito nazionale americano sia alle stelle, il dollaro è ancora la valuta preferita per le transazioni globali e come valuta di riserva, pur diminuendo dal 72% al 58% negli ultimi 25 anni.
La Cina vuole portare il potere dell'oro nero saudita il più possibile verso Pechino.
Al contempo l'Arabia Saudita ha aderito a mBridge, il progetto transfrontaliero di valuta digitale della banca centrale che coinvolge le banche centrali di Cina, Hong Kong, Tailandia ed Emirati Arabi Uniti.
Il riyal però è ancora ancorato al dollaro, quindi gli arabi non devono fare troppo il tifo contro i $$$ (per il momento).
Sicuramente mezzo mondo si è svegliato e sta guardando più ai propri interessi che a quelli USA.
Apple (NASDAQ:NASDAQ:AAPL)
Microsoft (NASDAQ:MSFT)
Tesla (NASDAQ:TSLA)
Unicredit (BIT:BIT:CRDI) STMicro (BIT:STMMI) ENI (BIT: BIT:ENI) SAIPEM (BIT: BIT:SPMI) PETROLIO GREGGIO (CL)