Dopo quattro mesi sottotono, la fortuna dell’argento è cambiata e il cosiddetto “oro dei poveri” sta brillando per la prima volta da maggio.
La domanda ovviamente è se sia solo una cosa passeggera o se si trasformerà in una vittoria schiacciante.
I segnali tecnici suggeriscono che questo rally ha qualche punto di resistenza da superare prima di spegnersi.
Inoltre, l’oro, il più “illustre cugino” dell’argento, sta dando prova di un possibile breakout che lo ha già riportato ai 1.800 dollari l’oncia, preparando la strada ad un prezzo di oltre 1.900 dollari che non si vede da giugno.
Grafico mensile argento
Grafici gentilmente forniti da skcharting.com
Oltre il 50% della domanda di argento deriva dall’utilizzo industriale. In quanto metallo malleabile, l’argento va bene come l’oro in gioielleria. Ma è anche un buon conduttore di elettricità e viene utilizzato nella produzione di componenti elettronici.
Il passaggio all’energia pulita incoraggerà la domanda fisica di argento nei prossimi anni, per via dell’utilizzo nei veicoli elettrici e nei pannelli solari. Sarà richiesto anche sulla scia del lancio delle reti 5G.
Il suo utilizzo in una vasta gamma di industrie influenza il prezzo: quando l’attività manifatturiera aumenta, il prezzo sale per via della domanda alta; viceversa, un calo dell’attività, ad esempio durante una recessione, fa scendere il prezzo dell’argento.
Per questo motivo, gli indici PMI globali sono un importante indicatore della domanda di argento.
L’indice PMI globale di JP Morgan (NYSE:JPM) e IHS Markit è sceso al minimo di sei mesi di 54,1 ad agosto 2021 da 55,4 di luglio, con la crescita della produzione che ha perso slancio in numerosi importanti mercati. E questo ha pesato considerevolmente sull’argento negli ultimi mesi.
Hanno contribuito anche le speculazioni da giugno su quando la Federal Reserve sarà pronta a ridurre il suo generoso stimolo mensile che sostiene l’economia USA dal marzo 2020.
Entrambe queste preoccupazioni sono svanite ora, con la lettura sull’indice PMI globale di JPM attestatasi a 54,1 a settembre.
La Fed inoltre questa settimana ha fatto sapere, tramite i verbali del vertice di politica monetaria di settembre, che la riduzione dello stimolo comincerà probabilmente a novembre o dicembre e si concluderà entro la metà del prossimo anno.
Grazie a queste notizie, il prezzo dell’oro spot è passato dai 1.750 dollari circa ai 1.800 ieri.
L’argento spot è balzato a 23,63 dollari l’oncia, il massimo da metà settembre. Su ottobre, finora, è schizzato del 5,7%, il rialzo maggiore dopo l’8,3% di maggio. Ha perso complessivamente il 21% tra giugno e settembre.
Grafico settimanale argento
Il prossimo obiettivo sarà il livello di 24,80 dollari intorno al quale si aggira da un po’, spiega Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com. Dice Dixit:
“Il grafico mensile dell’argento rispecchia un intrigante mix di speranza e disperazione, con i prezzi confinati entro il livello di supporto di 21 dollari ed il livello di Fibonacci del 38,2% a 24,80 dollari da un po’ di tempo”.
A medio termine, il grafico settimanale mostra una zona di confluenza rappresentata dalla media mobile esponenziale su 50 di 24,30 dollari, dalla Banda di Bollinger media di 24,60 dollari e dal livello di Fibonacci del 38,2% di 24,80 dollari, afferma Dixit.
Grafico giornaliero argento
Ma avverte che, se la corsa rialzista dell’argento dovesse finire prematuramente, potrebbe crollare sotto i 20 dollari.
E che un tonfo dell’oro potrebbe innescare le vendite del metallo giallo.
Come sempre, il trend è vostro amico, ma usate moderazione negli scambi.
Buon fine settimana a tutti!
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.