Sono saliti insieme sulla scia del fervore rialzista che solo la rara confluenza di eventi come lo scontro commerciale e l’allentamento della Fed possono generare.
Ora l’argento, spesso chiamato l’oro dei poveri, sembra destinato a condividere il cupo fato di suo cugino, il metallo giallo, nelle crescenti prospettive di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina che mandano all’aria il valore degli asset rifugio.
Ma è discutibile il fatto che questa storia sia giusta per l’argento, che in fin dei conti non è nemmeno un asset rifugio.
Oltre alle sue proprietà di brillantezza che ne giustificano parte della domanda per gioielli, l’argento è in realtà un metallo industriale che viene definito prezioso in base alla cartolarizzazione delle materie prime.
In un’era in cui viene venduto tutto ciò che è prezioso - persino il recentemente incoronato re dei metalli preziosi, il palladio - probabilmente non dovrebbe sorprendere che anche l’argento stia passando tempi duri.
Gli orsi non si scusano dopo la grande estate dell’argento
Gli orsi dell’argento non si stanno però scusando per il cambiamento dei flussi di investimento verso il metallo dalla fine dell’estate.
L’ultima volta che l’argento aveva passato un periodo tanto buono era stato nel 2016. L’impennata di quest’anno non è cominciata all’inizio del 2019. Dopo il brutto periodo tra febbraio e maggio, l’argento si è improvvisamente ripreso con un rimbalzo di ben il 23% tra giugno ed agosto. Da allora, la sua corsa è stata incostante. È crollato del 7% a settembre, per poi schizzare di oltre il 6% il mese scorso, prima di perdere tutti i rialzi dall’inizio di novembre.
Al prezzo attuale di circa 16,75 dollari l’oncia sul COMEX del New York Mercantile Exchange, l’argento mostra ancora un balzo del 10% sull’anno.
Altri dolori in vista?
Ma alcuni analisti prospettano altri dolori sull’immediato futuro per coloro che continuano a tenere considerevoli posizioni long sul metallo.
Il ragionamento è che gli hedge fund - comunemente noti come Commodity Trading Advisors, o CTA - stanno diventando in massa venditori di argento.
“L’argento sta cercando di mettersi al pari con l’oro con i CTA che diventano venditori con prezzi inferiori a 17,32 dollari l’oncia”, scrivono gli analisti dell’agenzia di brokeraggio TD Securities appoggiata dalla banca canadese ieri. “Sebbene non prevediamo un cambiamento significativo della lunghezza dell’algoritmo, probabilmente ci sarà un peso anche sulla domanda di investimenti”.
L’esperto di strategie monetarie indipendente Paul Robinson, tuttavia, fa notare che l’argento è stato colpito più dell’oro.
Vulnerabile ad ulteriori vendite
Il recente ribasso del metallo è stato allo stesso livello della forza prodotta nel corso delle ultime due mosse in discesa dal picco di inizio settembre, afferma Robinson. Aggiunge:
“Avendo registrato un minimo inferiore a quello di ottobre, l’argento è vulnerabile ad ulteriori vendite in assenza di un solido supporto nelle vicinanze”.
“Il supporto da seguire arriverà tramite la media mobile su 200 giorni ed i picchi gemelli di gennaio/febbraio, rendendo l’area sopra la riga di 16 una zona importante da tenere d’occhio se il prezzo dovesse continuare ad indebolirsi nei prossimi giorni”.
ADM Investor Services esprime un’opinione più dettagliata circa i possibili colpi di scena dell’argento nelle prossime settimane.
Si nota nel trend un indicatore sul breve termine negativo
In una nota circolata dopo l’attestazione dell’argento sotto la media mobile su 9 giorni ieri, gli analisti dei metalli preziosi di ADMIS scrivono:
“La chiusura al di sotto della media mobile su 9 giorni è un indicatore sul breve termine negativo per il trend. È un indicatore leggermente negativo il fatto che la chiusura fosse sotto il pivot di oscillazione”.
Osservando l’indice di forza relativa, o indice RSI, dell’argento, aggiungono:
“Il prossimo ribasso obiettivo è 16,394 dollari. Con una lettura sotto 30, l’indice RSI su 9 giorni si avvicina a livelli di oversold. La prossima area di resistenza è fra circa 16,997 e 17,263 dollari”.