Segnali di pericolo sui mercati, con il franco svizzero e l’oro che stanno mettendo in guardia circa possibili ulteriori tensioni, relative naturalmente alla questione iraniana. Ci troviamo difatti di fronte ad un EUR/CHF su minimi settimanali che erano stati toccati a settembre e con un oro che è riuscito a superare quota 1.600, l’unico a mancare per ora all’appello è lo yen giapponese, ma a ragion veduta.
Per quest’ultimo infatti, non abbiamo assistito a vendite concertate di yen a finanziamento di acquisti di borse durante le ultime salite americane, il che significa che, in caso di storno momentaneo da parte degli indici, non vi è la necessità da parte degli operatori di procedere con ricoperture di posizioni corte. Se però dovessero cominciare ad intensificarsi eventuali fasi di risk off, che attualmente si stanno alternando a fasi di respiro, la divisa nipponica potrebbe essere presa di mira a tutti gli effetti con acquisti in grado di riportare le quotazioni sotto area 107.75.
Sul franco svizzero, l’arrivo intorno a quota 1.0800 contro l’euro fa suonare dei campanelli di allarme che, in caso di discesa sotto area 1.0775 potrebbero intensificare il loro trillo ed indicare potenziali estensioni verso 1.0725 e 1.0650, il che potrebbe essere indicazione di storni da parte degli indici americani, con lo S&P500 che potrebbe cominciare a stornare in maniera interessante sotto area 3.150.
Fino a quando non verrà raggiunta tale area però, la possibilità che i listini tentino dei nuovi massimi sarà qualcosa da seguire con attenzione, in quanto, come detto, per ora la fase di avversione al rischio risulta ancora temporanea. Sarà importante capire come si evolverà la situazione geopolitica, ma i livelli di mercato in questo caso ci vengono in aiuto per riuscire ad essere pronti ad ogni evenienza.
Sull’EUR/CHF nello specifico, se i prezzi dovessero stornare sotto l’area 1.0775 potrebbero cominciare degli storni verso 1.0725 e 1.0650, indici di possibili approfondimenti a ribasso per gli indici.