Il mercato azionario, come ho scritto in tempi non sospetti, era gia sopravvalutato in base ai P/E a Gennaio, a prescindere dal covid19, ed in tale situazione appare ancor più sopravvalutato vista l'inesorabile discesa degli earnings.
Dopo la repentina discesa iniziata a fine febbraio, che ha portato gli indici a ritracciare dal 37 al 50%, il rimbalzo di Aprile ha consentito a quasi tutte le borse di riferimento di recuperare la metà del movimento ribassista.
Le borse americane sono state le più veloci a raggiungere tale livello, a fronte delle imponenti misure messe in campo dalla Fed ma anche e soprattutto dal governo centrale, e ieri anche il DAX è approdato, anche se con maggiore fatica, a testare tale livello chiave in area 11000 punti.
Il rimbalzo è dunque sostanzialmente completato, ed ora le borse, con le dovute differenze di velocità ed ampiezza, dovranno inevitabilmente riprendere la strada del ribasso, verso livelli più aderenti ai fondamentali.
A tale riguardo occorre sottolineare che:
1) la crisi sarà più lunga del previsto in quanto la catena del valore, prima danneggiata dal blocco della Cina, è attualmente compromessa dal blocco del resto del mondo. E questo cane che si morde
la coda non si risolverà a breve.
2) la catena dei pagamenti è già entrata in forte tensione e se non ci saranno degli interventi appropriati ed urgenti la recessione si trasformerà inevitabilmente in depressione
3) in questa situazione di estrema urgenza, l’Europa politica continua a tergiversare solo per prendere tempo, ampliando di giorno in giorno il gap di produzione tra gli stati del nord e del sud, accelerando un processo in corso da anni e che in questa crisi potrebbe vedere la sua fatale realizzazione finale, con conseguenze catastrofiche sui redditi dei paesi del sud Europa.
4) purtroppo anche negli anni passati, quando si è sperato in risposte veloci ed efficaci da parte dell'Unione Europea , le attese sono state puntualmente deluse, ed in questa occasione sarà verosimilmente lo stesso.
Prima di prendere provvedimenti adeguati si dovrà probabilmente vedere il sangue scorrere per le strade..
5) pensare a questa tragedia come ad un occasione di rinnovamento e di riforma in senso positivo delle istituzioni europee e della loro funzione sarebbe bellissimo quanto utopistico, a meno che, ribadisco, non si realizzi a fronte di una degenerazione del contesto in misura esagerata, e quindi ad un prezzo troppo alto per la collettività e difficilmente riparabile.
Lo scenario di base per l'azionario, con le dovute differenze di estensione dei movimenti, continua a vedere importanti analogie con quello del 2000, ma con un esito finale ben peggiore.
L’analisi delle proiezioni economiche e del futuro contesto politico e sociale, fanno infatti ritenere che il new normal che stiamo vivendo e che inevitabilmente vivremo per parecchi anni sul fronte tassi, si realizzerà probabilmente anche sul fronte economico e dunque azionario.
Di conseguenza con buona probabilità si andrà, dopo un periodo di recessione/depressione, verso un nuovo tipo di economia, sensibilmente meno globalizzata, meno consumistica, più incentrata su diversi valori, priorità e stili di vita, e comunque con tassi di crescita inferiori rispetto agli standard degli ultimi decenni.
E’ noto a tutti che tali fenomeni si sono gia visti sulle realtà economiche di singoli paesi (Italia, Giappone, ecc...) o su specifici settori economici (banche, telefonici, ecc.) e quindi non è da escludersi possa accadere anche a livello globale, con le borse internazionali che non vedranno più i livelli visti a febbraio, ma che viceversa si stabilizzeranno su nuovi range, più bassi rispetto agli attuali, almeno per i prossimi anni.
E sempre, puntualmente, a prescindere dalla dose di droga di liquidità messa in campo dalle Banche Centrali, le borse alla fine si sono allineate agli standard di crescita dell’economia reale.
Ed anche in questa situazione sarà cosi.