Borsa Usa, e' troppo tardi per comprare? Lo S&P 500 come è noto ha toccato nel 2013 nuovi massimi storici, interrompendo con il superamento ad aprile 2013 del picco dell'ottobre 2007 una fase laterale che durava dai precedenti record del 2000 (i minimi di giugno a 1560 hanno ritestato dall'alto i successivi record del 2007).
La recente fase rialzista tuttavia si è realizzata con una velocità notevole, forse eccessiva rispetto a quella sostenibile dal mercato nel medio lungo periodo, tanto da fare sconfinare l'Rsi a 14 settimane in zona di eccesso positivo, in ipercomprato, già a partire dal marzo di quest'anno.
L'indicatore della forza del trend ha disegnato in ipercomprato una figura a doppio massimo, muovendosi quindi in "divergenza" rispetto ai prezzi (l'indicatore ha smesso di crescere a fronte di un grafico dell'indice ancora in salita, con le due curve che hanno iniziato quindi a divergere invece di muoversi all'unisono come accade di norma), un comportamento che di norma anticipa una fase di debolezza per lo strumento al quale l'indicatore si riferisce.
Conferme di una probabile incipiente fase di debolezza da parte dello S&P500 vengono anche dallo studio della condizione della media mobile a 400 settimane, in questo momento in transito a 1274 punti circa.
L'indicatore "pista ciclica" calcolato a 400 settimane, ovvero quello strumento che mostra la distanza in percentuale tra la media mobile ed i prezzi, è su livelli molto bassi, che non si vedevano dall'ottobre del 2007. La pista ciclica funziona sfruttando l'osservazione che di norma i prezzi non si discostano da una media mobile significativa più di una determinata percentuale, quasi come se il mercato avesse la percezione del giusto tasso di crescita, o decrescita, che può essere mantenuto in media nel tempo, fino a che permangono i presupposti del trend sottostante, e quando questa forbice si apre troppo si innescano meccanismi che tendono a fare riavvicinare le due curve.
Attualmente la situazione dipinta dalla pista ciclica è molto tirata, difficile che l'indice possa continuare a salire ancora senza mettere a segno almeno una correzione.
I dati sul mercato del lavoro Usa sono del resto incoraggianti, mostrano un elevato numero di soggetti che tornano a prestare la propria opera, tuttavia questo aumento dell'occupazione comporta anche un aumento dei costi per le aziende, quindi una probabile minore profittabilità futura che potrebbe pesare sui corsi di borsa.
Se il mercato interno Usa infatti proprio in virtù del miglioramento del contesto occupazionale dovrebbe essere in grado di fare progredire i suoi consumi, quello internazionale resta al momento in uno stato di crisi, con in aggiunta elementi di incertezza ulteriore come ad esempio la situazione in Europa, che potrebbero rendere meno rapida di quanto atteso la crescita degli utili aziendali.
Movimenti dello S&P500 nei prossimi mesi tra i 1300 ed i 1400 punti non creerebbero particolare stupore stante l'attuale condizione dei grafici, e potrebbero riportare il mercato azionario su livelli nuovamente interessanti sui quali tornare compratori, magari proprio quando il quadro macro fornirà elementi in favore di una uscita dall'azionario.