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Borse ai massimi storici, quali valute hanno avuto la meglio?

Pubblicato 21.09.2018, 09:42
EUR/USD
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EUR/CHF
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Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Tutte le principali valute hanno segnato forti rialzi giovedì, sulla scia dell’andamento dei titoli USA. La propensione al rischio è stata ben presente tutta la settimana, ma l’ottimismo degli investitori ha portato gli indici S&P 500 e Dow Jones Industrial Average ai massimi record. Questo ha portato anche il cambio EUR/USD, GBP/USD e USD/JPY al massimo di due mesi. Nonostante un indice manifatturiero di Philadelphia migliore del previsto e il calo delle richieste di sussidio di disoccupazione abbiano contribuito all’impennata, la ragione per cui il sentimento degli investitori è così forte è la questione commerciale. La guerra commerciale non è finita, e a parte la reazione della Cina, le tensioni non hanno subito un’escalation questa settimana. L’economia è forte e gli utili sono andati benissimo e c’è una buona probabilità che la Federal Reserve possa dare una pausa al mercato dopo l’aumento dei tassi di interesse della prossima settimana. Inoltre, gli investitori sono convinti che sia solo questione di tempo prima che vengano raggiunti gli accordi sul NAFTA e sulla Brexit. Il cambio USD/JPY ha toccato 112,50 e crediamo possa arrivare a 113 prima della prossima decisione del FOMC sul tasso.

Un altro motivo per cui le principali valute sono andate bene giovedì è perché gli USA non sono l’unico paese ad avere dati positivi. Gli economisti avevano previsto una riduzione della crescita delle vendite al dettaglio, ma l’aumento degli stipendi ha contribuito ad aumentare dello 0,3% la spesa ad agosto. Siccome questo aumento ha superato 1,32, il cambio GBP/USD ha superato 1,32 È stata la prima volta in 4 mesi che il cambio GBP/USD ha chiuso sopra la media mobile di 100 giorni, e nonostante il calo dal massimo giornaliero, il cambio sembra destinato ad ulteriori rialzi. Il cambio GBP/USD potrebbe salire fino al massimo di luglio di 1,3363, ma ci sono buone probabilità che possa arrivare a 1,35 se i negoziati sulla Brexit andranno avanti nella direzione giusta. Bisogna ricordare che gli speculatori sono aggressivamente short sulla sterlina, dunque non c’è una grande necessità di short covering. Ciò significa che un’inversione del cambio GBP/USD potrebbe durare di più rispetto a quanto ci si aspetterebbe normalmente. Al momento la situazione è ancora incerta visto che il Primo Ministro May rifiuta di accettare la proposta UE sul confine irlandese e l’UE continua a respingere la sua proposta di una libera circolazione delle merci. Ma entrambe le parti ora sembrano più intenzionate a trovare un accordo ed è stato questo che ha sostenuto la sterlina nonostante queste notizie negative.

Anche il cambio EUR/USD è andato bene giovedì, a causa della debolezza del dollaro USA e del miglioramento della propensione al rischio. Non sono stati rilasciati dati economici improntanti nella zona euro, ma l’euro tende ad avere una certa correlazione con l’andamento delle borse. Abbiamo visto che il cambio EUR/USD si muove in linea con il sentimento sulla Brexit, dunque la speranza di un accordo ha sostenuto la valuta. Tuttavia, la crescita interna avrà un ruolo importante nell’andamento del cambio EUR/USD ed è per questo c’è attesa per i dati PMI relativi alla zona euro che saranno rilasciati questo venerdì. Se la debolezza che abbiamo visto in Germania nella produzione industriale e negli ordinativi industriali si rifletterà anche nei comparti manifatturiero e nei servizi, il cambio EUR/USD tornerà a 1,17. Se i dati saranno positivi, potremmo assistere tranquillamente ad un rialzo a 1,1850. Intanto, il franco svizzero ha chiuso la giornata in salita contro il dollaro USA e in calo contro l’euro. La SNB ha lasciato invariati i tassi di interesse ed ha espresso dei timori sull’apprezzamento del franco. Nonostante l’abbia definito “sopravvalutato”, la banca ha aggiunto che l’apprezzamento è stato notevole e si è detta pronto ad intervenire qualora fosse necessario. La banca ha inoltre rivisto al ribasso le previsioni di inflazione ed ha dichiarato che la crescita nel secondo trimestre potrebbe essere più debole.

La migliore performance è stata registrata dal dollaro neozelandese, che è salito di oltre un punto percentuale contro il biglietto verde e lo yen giapponese. Come avevamo suggerito nell’ analisi di ieri , la crescita del PIL della Nuova Zelanda ha superato le aspettative nel secondo trimestre come risultato di dati migliori sulle vendite al dettaglio e sul commercio. L’economia è crescita dell’1%, il tasso più veloce degli ultimi due anni. Nonostante i dati recenti scoraggianti su fiducia dei consumatori e prezzi dei prodotti caseari, questo report sul PIL diminuisce le possibilità di un allentamento dalla banca centrale e incoraggia lo short covering in vista del vertice della Reserve Bank della prossima settimana. Il cambio NZD/USD potrebbe facilmente testare il massimo del 28 agosto di 0,6727 nelle prossime 24 ore. Il dollaro australiano e quello canadese sono saliti contro il biglietto verde, ma i rialzi sono stati contenuti. La giornata di venerdì sarà importante per il dollaro canadese, visto il rilascio dei dati sulle vendite al dettaglio e l’ indice dei prezzi al consumo. È previsto un calo dell’IPC, ma la crescita della componente dei prezzi dell’indice PMI IVEY ci segnala un possibile rialzo a sorpresa. Si prevede una ripresa della spesa dei consumatori, ma di recente i dati su occupazione e aumento degli stipendi hanno mostrato una certa debolezza. Il Ministro degli Esteri canadese Freeland si è recata nuovamente negli USA questa settimana per portare avanti le trattative commerciali, ma le possibilità che venga trovato un accordo questa settimana sono davvero poche.

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