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Borse in rosso in vista del decollo dei tassi

Pubblicato 14.12.2015, 17:26
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Market Brief

Alla luce delle vendite incessanti sulle borse, la banca centrale cinese (People’s Bank of China, PBoC) ha abbassato la valutazione del renminbi per la sesta volta consecutiva. La banca centrale ha fissato il cambio USD/CNY a 6,4495, livello massimo dal luglio del 2011, sui mercati off-shore la coppia ha toccato quota 6,5608 negli scambi notturni. Lo yuan più debole ha aiutato i titoli della Cina continentale a rimanere in territorio positivo, mentre sulle altre piazze proseguono le vendite.

Il Composite di Shanghai e quello di Shenzhen hanno guadagnato rispettivamente il 2,46% e l’1,89%. In Giappone, il Nikkei e il Topix hanno ceduto l’1,80% e l’1,40%. A Hong Kong, l’Hang Seng ha perso lo 0,63%, mentre il Kospi sudcoreano è sceso dell’1,07%.

L’EUR/USD non è riuscito a superare la resistenza intorno a 1,1030, perché gli operatori si preparano alla riunione della Fed di mercoledì, durante la quale molto verosimilmente Yellen alzerà i tassi d’interesse per la prima volta dal 2006. L’euro ha ridotto le perdite a Tokyo, rimanendo all’interno del canale orario ascendente. Si osserva un supporto a 1,0945 (media mobile a 50 giorni), mentre al rialzo la media mobile a 20 giorni, che giace a 1,0933, fungerà da resistenza.

Per quando riguarda i mercati emergenti, il rand sudafricano ha fatto registrare forti oscillazioni, venerdì la coppia USD/ZAR ha raggiunto massimi da record, per poi riscendere a 15,05 nella giornata di domenica, dopo che il presidente Zuma ha rinominato Pravin Gordhan ministro delle Finanze.

Il rand era oggetto di forti vendite da mercoledì, dopo la decisione di Jacob Zuma di nominare David Van Rooyen ministro delle Finanze al posto di Nhlanhla Nene. Il presidente Zuma non è però riuscito a resistere alla pressione e alla fine ha nominato Gordhan, che aveva già svolto lo stesso incarico dal 2009 fino all’inizio del 2014. La coppia USD/ZAR ha ceduto il 5,30% e ora passa di mano intorno a 15,0860, mentre gli operatori cercano di orientarsi in questo contesto di volatilità.

Domenica in Brasile la gente è scesa in strada per protestare contro il governo, chiedendo l’impeachment della presidente Rousseff. Anche se le proteste esercitano sempre più pressioni su Dilma Rousseff, il minor numero di dimostranti ieri ha consentito a Rousseff di rimanere in silenzio.

Le crescenti tensioni politiche non stanno certamente aiutando il governo ad affrontare il buco di bilancio e trascineranno ancor di più la potenziale ripresa.

La situazione non dovrebbe migliorare significativamente nella prima metà del 2016, perché il procedimento per impeachment rimarrà in primo piano.

Venerdì la coppia USD/BRL ha chiuso a 3,8728. Il real brasiliano dovrebbe rimanere sotto pressione; gli ultimi sviluppi non hanno però fornito novità, si è trattato solo di rumore di sottofondo.

Oggi gli operatori monitoreranno la produzione industriale nell’Eurozona e il discorso di Draghi a Bologna; il rapporto sull’inflazione in India e in Italia; esportazioni e importazioni in India.

Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd

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