Il rendimento dei bond governativi italiani ha fatto una corsa sulle montagne russe nelle ultime settimane, con l’arrivo degli acquisti di asset della Banca Centrale Europea, insieme all’intenzione della BCE di aumentare lo stimolo per il coronavirus di 500 miliardi di euro a 1,25 mila miliardi nel corso della giornata.
L’Unione Europea, nel frattempo, sta discutendo della proposta di un prestito da 750 miliardi di euro per finanziare un fondo della ripresa per garanzie e prestiti destinati alle regioni ed ai settori più colpiti.
L’Italia si prepara a beneficiare sproporzionatamente da entrambe le misure, con le autorità UE che cercano di porre rimedio alla gaffe di marzo della presidente della BCE Christine Lagarde secondo cui non spetterebbe alla banca centrale ridurre lo spread tra i rendimenti dei bond sovrani dei membri della zona euro.
Grafico settimanale bond a 10 anni italiani
Il rendimento dei bond italiani a 10 anni, già più alto rispetto ai minimi di febbraio per via della pandemia, era schizzato di 180 punti base sulla scia dei suoi commenti, scatenando la furia di Roma contro il capo della BCE. Malgrado le successive rassicurazioni, i bond non si sono ripresi completamente.
Dal momento che il rendimento dei bond si muove in modo inverso rispetto ai prezzi, un aumento del rendimento rispecchia un calo dei prezzi con gli investitori che hanno abbandonato i bond italiani.
Aspetto altrettanto importante, soprattutto per i trader delle valute che valutano la forza dell’euro, lo spread tra i bond decennali italiani e quelli tedeschi è aumentato.
Grafico settimanale spread bond a 10 anni italiani-tedeschi
Il rendimento dei bond italiani ha alti e bassi mentre quello dei bond tedeschi, i bund, è rimasto piuttosto stabile con un rendimento negativo tra -35 e -40 punti base.
Lo spread si attesta ancora a circa 190 punti base, in quanto il rendimento dei bond italiani è sceso a solo circa l’1,57% dopo aver brevemente superato il 3% su base intraday sulla scia delle parole di Lagarde, portando lo spread con i bund a 290 punti base in chiusura.
Per una nazione già sotto pressione in quanto primo paese europeo ad aver affrontato la pandemia, gli italiani hanno reagito in modo netto, cominciando a mettere in dubbio l’appartenenza all’UE vista la poca solidarietà dimostrata. La BCE ha lanciato il Pandemic Emergency Purchase Programme con 750 miliardi di euro in parte per placare le autorità italiane, lasciando da parte i normali limiti sugli acquisti da parte di ogni paese per il nuovo strumento.
I dati pubblicati martedì hanno mostrato che la BCE ha speso 37,4 miliardi di euro in bond governativi italiani ad aprile e maggio nell’ambito del programma di emergenza, 8,1 miliardi in più di quanto sarebbe stato destinato al paese secondo il piano di sottoscrizione del capitale, cioè la sua partecipazione alla BCE in base a popolazione e PIL. In effetti, la BCE ora sta facendo esattamente quello che secondo Lagarde non rientrava tra le responsabilità della banca.
Inoltre, la BCE ha comprato quasi 14 miliardi di euro di bond italiani nell’ambito del Public Sector Purchase Programme negli ultimi due mesi.
Questo supporto da parte della BCE ha consentito all’Italia di vendere la cifra record di 22,3 miliardi di euro di bond a 5 anni in quattro giorni al 21 maggio, con un’altra vendita di successo per 2,5 miliardi di euro il 29 maggio. Martedì, il Tesoro italiano ha annunciato di aver ordinato ad un consorzio di banche nuove emissioni sindacate di bond.
Allo stesso tempo, circa 82 miliardi di euro del fondo per la ripresa UE saranno destinati all’Italia, una cifra simile alla Spagna e meno agli altri paesi.
Tuttavia, questo piano vede l’opposizione di numerosi membri UE nonché membri del governo di coalizione tedesco. Di conseguenza, potrebbero volerci settimane di contrattazioni per approvare il programma e potrebbe subire delle modifiche (cioè essere ridotto) lungo il cammino.
Intanto, la corsa sulle montagne russe per il rendimento dei bond italiani e lo spread proseguirà. Dal momento che l’Italia non ha più una sua moneta, non può alleviare lo stress con una svalutazione come aveva fatto in passato.
Gli spread enormi tra i rendimenti dei bond governativi rappresentano una delle maggiori difficoltà nella crisi del debito sovrano UE, che ha raggiunto il picco tra il 2010 ed il 2012, portando ai drammatici salvataggi di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro gestiti dalla troika composta da Commissione Europea, BCE e Fondo Monetario Internazionale.
I funzionari UE, e persino i leader tedeschi, sembrano aver imparato una lezione da quella crisi. Tuttavia, resta da vedere se gli aiuti UE previsti saranno accompagnati da vincoli, anche se meno onerosi rispetto a quelli dei precedenti salvataggi.