Nell’ottavo anniversario di Lehman Brothers, sui mercati regna una calma inquietante.
Durante la seduta asiatica, i mercati finanziari hanno avuto un andamento sommesso, il flusso di notizie, infatti, si è arenato dopo una settimana impegnativa, sulle borse gli scambi sono stati ridotti e gli operatori guardano già alle riunioni di BoJ e FOMC della prossima settimana.
Sui mercati dei cambi, l’USD si è rafforzato fra le valute G10, indebolendosi invece contro le divise dei paesi emergenti asiatici.
La propensione al rischio si è consolidata sui mercati azionari che non sono rimasti chiusi per festività.
Il Nikkei è salito dello 0,63% e l’ASX dell’1,00%, i future sui listini europei puntano a un’apertura in rialzo.
Ieri, la pubblicazione di dati deboli sulle vendite al dettaglio USA di agosto ha segnalato un rallentamento dell’economia USA.
La curva dei rendimenti USA ha continuato a salire, questa volta, però, a spingerla è stata la flessione dei rendimenti dei titoli a scadenza breve.
Anche se ormai un rialzo del tasso d’interesse della Fed a settembre sembra del tutto improbabile, l’Oro continua a indebolirsi ed è sceso a 1.314 USD.
Dopo la recente impennata della volatilità, ora prevale la calma.
L’indice VIX è sceso a 16,30 punti e sul forex la volatilità implicita a un mese è vicina ai minimi dell’anno.
In calendario non ci sono molti appuntamenti economici e il forte rischio legato agli eventi della prossima settimana suggerisce che sul forex le attuali fasce di oscillazione dovrebbero rimanere intatte.
Sul fronte politico, oggi ci sarà un vertice dei membri dell’Unione Europea, durante il quale si discuterà sulle strategie future. Prevediamo che i membri cercheranno di trovare un accordo sull’economia e sulla sicurezza alla luce del voto sulla Brexit.
Ieri, come ampiamente previsto, la BoE ha mantenuto invariato il tasso dopo il consistente taglio del 4 agosto.
Crediamo che, alla luce dei nuovi pareri emersi dai verbali della riunione e dei dati economici resilienti, sia diminuita significativamente la possibilità immediata di un allentamento; anche se rimane un’eventualità, riteniamo che un taglio a novembre sia molto meno probabile.
Rimaniamo costruttivi sulla GBP e vediamo nelle vendite l’opportunità di ricaricare i lunghi. Chi opera in GBP/USD dovrebbe mirare a 1,3350, che poi innescherebbe un’estensione rialzista fino a 1,3445.
Per l’EUR/GBP, la media mobile a 55 giorni, a 0,8479, fornisce supporto; in caso di violazione, si attiveranno immediatamente rischi al ribasso. Si stanno formando dei rischi legati alla politica, con i leader dell’UE che discuteranno del voto sulla Brexit nel Regno Unito e delle misure per proteggere l’Unione.
Oggi la Banca Centrale di Russia (BCR) si riunirà per definire la sua politica monetaria; con il tasso di riferimento al 10,50% e l’inflazione a un moderato 6,9%, secondo noi c’è spazio per nuovi tagli.
Sebbene la valutazione da falco della governatrice Nabiullina sulle prospettive economiche della Russia abbia fatto calare le attese del mercato, prevediamo un taglio del tasso di 50 punti base.
Poiché le dinamiche inflazionistiche si stanno raffreddando, la crescita mostra un rallentamento e le previsioni di un rialzo dei prezzi del greggio sono in calo, la BCR deve sfruttare la situazione e intervenire aggressivamente.
Sul fronte dei dati, gli operatori monitoreranno i dati TIC e le vendite del settore manifatturiero in Canada; l’IPC, l’indice dell’Università del Michigan e i dati TIC negli USA.
Giacché sono calate le previsioni sui prezzi, l’indice dell’Università del Michigan fornirà il maggiore impatto sul mercato; un dato debole dovrebbe generare altre vendite sull’USD e sostenere operazioni sui mercati emergenti per chi cerca il rischio.