Questa è una delle domande che spesso mi rivolgono gli utenti in fase di Asset allocation, ovvero quanto incide la scelta settoriale (per quanto riguarda la parte azionaria) nelle performance di portafoglio?
Premessa che così come il mercato azionario in generale, anche per i settori nessuno può prevederne l’andamento, certo è che quando andiamo ad analizzare la diverse fasi del ciclo economico, potremmo andare a lavorare su quella che viene definita “parte tattica” per selezionare quei settori che meglio si adatteranno a quella fase di ciclo in cui ci troviamo.
Non è un caso se nel periodo Covid ad esempio Warren Buffett ha venduto tutte le sue partecipazioni nelle linee aeree, probabilmente conscio del fatto che in quel preciso momento, il settore non solo Aereo ma dei trasporti in generale (le vendite di auto in Europa erano calate del 52% anno su anno) non fossero decisamente una buona scelta.
Certo, si potrebbe dire che “sono proprio questi i momenti in cui si compra a prezzi bassi”, ma qui dovremmo fare uno step ulteriore di singoli titoli che spesso richiede una risorsa aggiuntiva di tempo e di analisi.
Ma quindi andiamo a vedere quanto incide la scelta settoriale in termini di numeri adattando la parte azionaria portafoglio al contesto economico…
Ho costruito 2 portafogli (azionari 100%, orizzonte temporale 1 anno, dalla data 8 maggio 2019 fino a maggio 2020, abbracciando quindi il prima e dopo scoppio covid) costituiti in un caso da settori che maggiormente hanno subìto l’impatto del Covid (LINEA AZZURRA, linee aeree, moda, turismo, costruzioni, auto, chimica).
Nel secondo portafoglio invece (LINEA BLU SCURA, tecnologia, farmaceutico, alimentari).
Se già graficamente è evidente quanto la scelta settoriale in portafoglio sia importante in chiave tattica, i numeri sotto l’immagine ci quantificano anche quanto effettivamente serva muoversi bene in date circostanze.
In particolare, nel grafico sotto, vediamo come tutti i parametri considerati, sia di rendimento, che di Drawdown, siano praticamente opposti semplicemente andando a lavorare su settori diversi.
CERTO, RIPETIAMO CHE NESSUNO PUO’ PREVEDERE ESATTAMENTE CERTE COSE, MA SE A FEBBRAIO AD ESEMPIO SI FOSSE ADATTATO IL PORTAFOGLIO SEGUENDO QUESTA LOGICA ANCHE SOLO PARZIALMENTE, RIDUCENDO I SETTORI NEGATIVI E COMPRANDO QUELLI PIU’ FAVOREVOLI, COME DICE IL MIO PROFESSORE DI ECONOMIA NON ERA PROPRIO SCIENZA MISSILISTICA
Perciò ancora una volta conoscere le dinamiche di asset allocation, sapere cosa vuol dire la differenza tra asset allocation strategica e tattica, avere una pianificazione di partenza, sono tutti elementi che possono contribuire a migliorare i nostri risultati.
Lo stesso esempio, lo possiamo vedere nell’immagine sotto, dove il periodo attuale sta penalizzando (qui vediamo il grafico da inizio anno), tra gli altri, il settore tecnologico (che tanto bene aveva fatto negli anni passati) favorendo invece il settore energetico (vedi aumento inflazione e salita materie prime), anche se comparati con il mercato caratterizzato dall'indice S&P 500.
Come approcciare i settori
In merito alla gestione tattica a livello settoriale, si potrebbe valutare (io lo faccio sui miei portafogli) un approccio rotazionale, quindi scegliendo ad esempio un database di prodotti (ETF o fondi) relativi ai diversi settori, e poi “ruotarli” con cadenza mensile a seconda di alcuni filtri (ad esempio di trend, impostando una determinata media mobile, o di forza/momentum, impostando un ROC).
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"