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Calo generalizzato dell’USD dopo i dati contrastati

Pubblicato 25.11.2015, 11:12
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Market Brief

Ieri i listini europei sono rimasti intrappolati nel fuoco di fila dovuto alle crescenti tensioni geopolitiche, dopo che la Turchia ha abbattuto un aereo da combattimento russo vicino al confine con la Siria. Il DAX ha ceduto fino al 2%, per poi recuperare parzialmente le perdite d’inizio seduta. L’indice tedesco ha archiviato la giornata in calo dell’1,43%. Il più ampio indice EURO STOXX 600 ha seguito più o meno lo stesso schema, cedendo fino al 2,04% per poi chiudere la giornata al -1,20%.

Ieri sono stati diffusi dati piuttosto contrastati negli USA; il PIL del terzo trimestre è stato rivisto al rialzo, al 2,1% t/t (dato annualizzato) rispetto all’1,5% previsto. Deboli invece i consumi personali, che si sono attestati al 3% rispetto al 3,2% delle previsioni medie e del dato preliminare. Infine, la fiducia dei consumatori a novembre è scesa a 90,4 punti rispetto ai 99,1 registrati a ottobre, a dimostrazione che la fiducia degli americani nel mercato del lavoro si sta deteriorando.

Sul fronte azionario, l’incidente fra la Turchia e la Russia non ha colpito granché Wall Street: i tre indici principali, S&P 500, Dow Jones 30 e Nasdaq 100, hanno archiviato la seduta in territorio positivo, chiudendo rispettivamente a +0,12%, +0,11% e +0,01%.

In Germania, l’indice IFO sul clima delle aziende di novembre è balzato inaspettatamente a 109 punti, livello massimo da luglio 2014, dai 108,2 punti del mese precedente. Pare che l’economia tedesca abbia gestito piuttosto bene la fine dell’estate e le prospettive sembrano ottime, considerando soprattutto che l’euro più debole darà un’ulteriore spinta all’economia.

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La moneta unica ha recuperato durante la seduta asiatica, guadagnando lo 0,32% contro il dollaro; la coppia EUR/USD è così risalita sopra la soglia a 1,0650. Ciò nonostante, continuiamo a credere che ci sia ancora spazio per un deprezzamento dell’euro.

In Asia, gli indici azionari regionali sono scesi diffusamente, fatta eccezione per le piazze della Cina continentale, che sono riuscite a chiudere in territorio positivo. Gli indici compositi di Dow Jones Shanghai e Dow Jones Shenzhen hanno guadagnato rispettivamente lo 0,88% e l’1,89%. In Giappone, il Nikkei 225 ha ceduto lo 0,39%, il più ampio indice TOPIX è calato dello 0,70%. Altrove, l’Hang Seng di Hong Kong ha fatto registrare una flessione dello 0,50%, il KOSPI sudcoreano ha chiuso a -0,34% e la borsa di FTSE Singapore a -1,02%.

In Australia, a ottobre le offerte di lavoro qualificato sono aumentate dello 0,6% m/m, in calo rispetto al +1,1% del rialzo rivisto riferito a settembre. Il trend positivo della coppia AUD/USD sta acquisendo slancio, dopo che il governatore Stevens ha dichiarato che la RBA è piuttosto soddisfatta della politica monetaria attuale.

Per domani, quindi, non si prevede un taglio del tasso d’interesse di riferimento. Dopo aver bucato con successo la media mobile a 50 giorni, ora l’AUD/USD si sta dirigendo verso quella a 200 giorni, che per il momento giace a 0,7482. La resistenza più vicina è ubicata a 0,7382 (massimo 12 ottobre) mentre, al ribasso, si osserva un supporto a 0,7017 (minimo 8 e 20 novembre).

Oggi gli operatori monitoreranno l’IPP in Svezia; il tasso di disoccupazione in Norvegia; gli ordini industriali e le vendite al dettaglio in Italia; le richieste di mutui MBA, i redditi e le spese personali, gli ordini di beni durevoli, PMI composito e servizi di Markit, le vendite di nuove abitazioni e l’indice sul sentiment del Michigan negli USA; la bilancia commerciale in Nuova Zelanda; la decisione sul tasso d’interesse in Brasile (la BCB non dovrebbe modificare la sua politica monetaria).

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Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd

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