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Cederà la RBA, vista la debolezza dello yuan?

Pubblicato 06.08.2018, 21:28
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

La nuova settimana di scambi è iniziata con il dollaro USA ancora in salita.

Il biglietto verde inizialmente era sceso durante la seduta newyorkese, per poi invertire la tendenza con il crollo del cambio EUR/USD al minimo di un mese e quello della coppia GBP/USD al minimo di 10 mesi.

Le valute europee sono quelle che ci hanno rimesso di più, ma nessuna delle principali valute è uscita indenne da questa impennata del dollaro.

Le tensioni commerciali e la debolezza dello yuan sono le cause principali di questa forte richiesta di dollari.

Dopo un leggero rialzo registrato venerdì, dopo la decisione della Banca Popolare Cinese di alzare il coefficiente di riserva obbligatoria, lo yuan ha ripreso a scendere.

Molti lettori ci hanno scritto dicendosi confusi dal fatto che il cambio USD/JPY stia salendo anziché scendere per le tensioni commerciali e che l’oro stia scendendo anziché salire.

In genere si ritiene che lo yen giapponese debba salire nelle situazioni di avversione al rischio, ma attualmente non si comporta da valuta rifugio in quanto il Giappone è fortemente esposto alla questione della guerra commerciale.

La Cina sta deprezzando la propria valuta ed i grafici seguenti sull’andamento dei cambi USD/JPY e USD/CNY mostrano come il cambio USD/JPY rappresenti un’immagine chiara di questa guerra commerciale.

Il cambio USD/JPY (linea arancione) si è mosso di pari passo con quello USD/CNY (linea bianca), e l’indebolimento dello yuan ha portato ad un calo dello yen.

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L’oro, dal canto suo, non sale in quanto il dollaro è in salita e questo causa un calo dei prezzi.

Per martedì non sono attesi dati economici importanti negli USA e l’attenzione sarà rivolta agli sviluppi delle tensioni commerciali tra USA e Cina, che non accennano a diminuire.

USD/JPY (orange), USD/CNY

Il dollaro australiano è in ballo con l’annuncio di politica economica della Reserve Bank.

Il cambio AUD/USD nell’ultimo mese è rimasto nel range stretto tra 0,7318 e 0,7464, un caso tipico per un breakout.

Tuttavia, non è chiaro se la decisione della RBA sul tasso sia sufficiente a far uscire il cambio da questo range.

Nell’ultimo vertice della RBA si era parlato dei progressi nel mercato del lavoro e di un aumento dell’inflazione.

Da allora abbiamo visto una crescita più forte nell’occupazione ed un aumento della fiducia dei consumatori.

La pressione dell’inflazione si è allentata ma resta forte su base trimestrale e annua.

La cattiva notizia è che l’attività dei settori manifatturiero e terziario si è indebolita e, nonostante il surplus commerciale sia aumentato sensibilmente a giugno, il mese scorso è peggiorato per via del calo dello yuan cinese al minimo di 6 mesi contro il dollaro australiano.

Finora la RBA non ha rilasciato dichiarazioni sul rallentamento della crescita cinese e sulla guerra commerciale, ma le tensioni tra USA e Cina rappresentano un rischio importante per l’economia australiana che non può essere ignorato.

Se il Governatore Lowe finalmente dovesse parlarne, il cambio AUD/USD toccherà il minimo di un anno.

Se invece sceglieranno di ignorare ancora una volta i rischi esterni e manterranno la dichiarazione di politica invariata, il cambio AUD/USD potrebbe riavvicinarsi ai 75 centesimi.

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Il cambio NZD/USD resterà sottotono in attesa della RBNZ, mentre i trader del cambio USD/CAD attenderanno il report PMI IVEY di martedì.

AUD Data Points

La valuta che ha registrato la performance peggiore è stata la sterlina a causa della possibilità che non si trovi alcun accordo sulla Brexit.

Durante il fine settimana, il ministro per il Commercio britannico Fox ha affermato “l’intransigenza della Commissione ci sta spingendo a non trovare nessun accordo”, mentre lunedì il portavoce del Governo britannico James Slack ha dichiarato che secondo il Primo Ministro May è meglio nessun accordo piuttosto che un accordo sbagliato.

Sebbene il Governo si dica ancora fiducioso su un accordo sulla Brexit, ci si prepara all’eventualità che questo non venga trovato.

Il Governatore della BoE Carney la scorsa settimana ha riconosciuto l’esistenza di questa possibilità e anche il governo si prepara a farlo.

Il cambio GBP/USD è sceso al minimo di 11 mesi dopo queste notizie, e, visto il calo al di sotto del livello di supporto di 1,30, la prossima fermata per il cambio potrebbe essere il minimo di un anno di 1,2775.

Intanto, i dati tedeschi sugli ordinativi industriali inferiori alle attese hanno fatto scendere il cambio EUR/USD al minimo di un mese.

Il cambio è sceso per il quinto giorno consecutivo di scambi, dopo la notizia che gli ordinativi manifatturieri hanno segnato il maggiore calo degli ultimi 4 anni.

Nonostante l’indebolimento dell’euro, la domanda dai paesi al di fuori della zona euro è scesa bruscamente a causa delle tensioni commerciali.

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Su base annua, le vendite sono scese per la prima volta dal luglio 2016.

Questo calo riflette quello della fiducia degli investitori e delle aspettative delle imprese.

Visto questa inflessione, i dati di martedì sulla produzione industriale tedesca e quelli sulla bilancia commerciale potrebbero avere un certo peso.

In ogni caso, il cambio EUR/USD ha chiuso la giornata più vicino ai massimi che ai minimi, dunque, una ulteriore ripresa è possibile prima di vedere una correzione più ampia.

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