Il rischio politico e l'incertezza del Regno Unito rimangono alti, rischi che tra l’altro stanno aumentando dopo che il Primo Ministro Johnson ha iniziato a litigare col suo stesso partito sul tema elezioni anticipate. Nel frattempo l’Europa non ha ancora deciso che concedere o meno un’altra proroga dell’articolo 50, ovvero la scadenza del 31 ottobre. Ma, a parte alcune lamentele del presidente francese Macron (che spinge per una proroga breve), la probabilità che venga tutto posticipato al 31 gennaio (3 mesi) resta alta. Tale incertezza evidentemente sta mettendo un freno alla sterlina e alla propensione al rischio più in generale.
Avversione al rischio che è leggermente riemersa dopo i dati sui beni durevoli statunitensi, più deboli del previsto. Pare che gli operatori stiano iniziando a orientarsi verso un nuovo taglio dei tassi della FED, anche perché questi dati vanno a sommarsi alle deludenti vendite al dettaglio di settimana scorsa. L'avversione al rischio ha contribuito a un breakout a breve termine sull'oro, che ha ripreso a salire. Questa mattina c’è ben poco di cui parlare, i mercati stanno infatti consolidando i movimenti di ieri. Neppure i dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese tedesche ha smosso più di tanti i principali asset.
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri con l'S&P 500 + 0,2% a 3010 punti, ma il Dow è stato leggermente più debole. In Asia i principali listini azionari hanno chiuso in positivo, con il Nikkei + 0,2% e lo Shanghai Composite + 0,2%. Nel forex domina la lateralità, eccezion fatta per un ulteriore indebolimento delle valute legate al rischio ossia NZD e USD. Qualche segno di vita giunge dalle materie prime, con oro e argento che si sono mossi di circa 1$ mentre il petrolio ha perso circa mezzo punto percentuale.
Detto dei dati tedeschi, nella sessione americana avremo il Michigan Sentiment finale relativo ai consumatori (ore 16), che dovrebbe confermare 96,0 per ottobre (96,0 la lettura preliminare di ottobre, rispetto al 93,2 di settembre).