La produzione mondiale di caffè per il 2018/19 è prevista al livello record di 174,5 milioni di sacchi, in aumento di 15,6 milioni rispetto all'anno precedente.
Si prevede che il Brasile rappresenti quasi tutto l’incremento, dato che il raccolto di Arabica entra nell’anno “attivo” del ciclo produttivo biennale e il Robusta continua a recuperare. Le esportazioni mondiali sono previste a un livello record, in gran parte grazie alla forza del Brasile.
Anche se si prevede che il consumo mondiale aumenti solo di 3,3 milioni, al record di 163,6 milioni, si stima che le scorte aumentino bruscamente di 7,1 milioni, a un totale di 37,1 milioni di sacchi. In questo contesto, i prezzi del caffè misurati dall'indice dei prezzi compositi dell'International Coffee Organization (ICO) sono diminuiti di oltre il 10% nell'ultimo anno. Si prevede anche che la produzione di Arabica del Brasile aumenti di 8,4 milioni di sacchi rispetto alla stagione precedente, per un totale di 46,9 milioni, con oltre l'80% della produzione proveniente dalle regioni in cui gli alberi sono appunto nell'anno di produzione.
Le condizioni climatiche tra settembre e novembre dell’anno scorso sono state ottime nelle aree di Minas Gerais e San Paolo. Sebbene Parana e il sud-est del Minas Gerais siano all’inizio del ciclo di produzione, il calo dovrebbe essere meno intenso del previsto. Si stima che la produzione di Robusta continui ad aumentare, con un incremento di 4,1 milioni, per un totale di 16,5 milioni. Le temperature favorevoli e le piogge abbondanti hanno aumentato i rendimenti anche nei tre principali stati produttori (Espirito Santo, Rondonia e Bahia).
Il raccolto combinato di Arabica e Robusta è previsto in 12,5 milioni di sacchi, raggiungendo il record di 63,4 milioni. La produzione totale per l'America centrale e il Messico è prevista in lieve aumento, fino a raggiungere un record di 20,6 milioni di sacchi. La produzione della Colombia prevede un +500.000 sacchi a 14,3 milioni con condizioni di crescita favorevoli e un miglioramento delle rese.
Nell'ultimo decennio, i raccolti sono aumentati di circa il 30%, in gran parte grazie a un programma di rinnovamento delle piantagioni per sostituire gli alberi più vecchi e a basso rendimento. Più di 420.000 ettari sono stati rinnovati da quando il programma di reimpianto è iniziato nel 2012, rappresentando quasi la metà dell'area del caffè e portando l'area totale piantata con le nuove varietà a circa l'80%. Ogni anno vengono rinnovati in media 84.000 ettari, ma la Federazione nazionale dei coltivatori di caffè colombiani (FEDECAFE) e il governo colombiano hanno in programma di portarla ad almeno 90.000 ettari per raggiungere una produzione di 18 milioni di sacchi. Nel 2017 sono stati rinnovati solo 72.000 ettari, perché il sostegno del governo non era disponibile per gli agricoltori se non verso la fine dell'anno. Le esportazioni, per lo più negli Stati Uniti e nell'Unione Europea, prevedono +600.000 sacchi a 12,3 milioni, mentre le scorte diminuiscono per il terzo anno consecutivo.
Il mercato di New York è crollato superando i minimi toccati nel 2013, dato che il sentimento ribassista sulle prospettive della nuova stagione brasiliana, superiore alla già esistente sovra produzione attuale, ha spinto la speculazione ad andare ulteriormente short. Nonostante ciò, molti produttori continuano a cercare di sostenere i prezzi all'interno dei loro mercati interni, con un mercato fisico che rimane comunque debole perché, proprio a causa di questi livelli di prezzo, c’è stato un calo delle vendite e pochissimi contratti scambiati sui mercati di NY e Londra. A questo punto, la domanda è quanto a lungo i produttori possano riuscire a sostenere i prezzi, con un nuovo grande raccolto brasiliano all’orizzonte e l’assenza di potenziali problemi climatici imprevisti, che possano avere un impatto sulla produzione futura.