La fratturazione idraulica (“fracking”) ha aperto nuove opportunità per il greggio e il gas negli Stati Uniti, dove tecniche avanzate sono diventate pratiche comuni a partire dalla fine degli anni Novanta nel Bacino Permiano (Texas), ad Eagle Ford (Texas), Bakken (South Dakota) e Marcellus (New York). Sebbene abbiano catturato meno attenzione, dei giacimenti simili sono stati scoperti in Russia, Cina e Argentina. Ora, i giacimenti di tight oil e gas (quelli cioè “intrappolati” nelle rocce o nelle argille) stanno catturando l’attenzione del Medio Oriente.
Nel 2014, la saudita Aramco ha tenuto un workshop sul fracking presso il suo centro di ricerca Aramco di Houston. In quel periodo, la saudita Aramco stava sondando e studiando varie zone in Arabia Saudita per un potenziale fracking. Quattro anni dopo, nel 2018, Aramco ha annunciato la scoperta dei suoi giacimenti di petrolio da scisto. Il giacimento di Jafurah, nell’estremità sudorientale del giacimento petrolifero di Ghawar nella parte orientale dell’Arabia Saudita, compete per grandezza con Eagle Ford. Eagle Ford è il secondo principale giacimento di gas naturale da scisto negli Stati Uniti.
Aramco in particolare sta cercando di usare il fracking per produrre altro gas naturale. L’Arabia Saudita spera di convertire tutte le sue centrali elettriche a petrolio in gas naturale a breve. È poco probabile a questo punto che l’Arabia Saudita cerchi di produrre quantità significative di petrolio tramite il fracking, dal momento che ne produce già abbastanza grazie ai giacimenti tradizionali ed a costi nettamente inferiori rispetto a quelli che si ritroverebbe a dover affrontare con il fracking.
Se l’Arabia Saudita dovesse cominciare a produrre quantità significative di gas naturale per la sua rete elettrica, ciò farebbe diminuire la domanda nazionale saudita di greggio. L’Arabia Saudita potrebbe aumentare le esportazioni o ridurre la produzione mantenendo lo stesso livello di esportazioni. E questo darebbe l’impressione di un calo della fornitura globale di greggio anche se sul mercato globale continuerà ad arrivare la stessa quantità di greggio.
L’Arabia Saudita non è l’unico produttore petrolifero del Medio Oriente ad avere importanti giacimenti di scisto. Ultimamente, il Bahrain ha annunciato una scoperta significativa sulla costa occidentale del suo piccolo regno. La scoperta di questo giacimento di petrolio e gas è la più importante nel paese dal 1932.
Il Bahrain si trova nel Golfo Persico, a poche miglia di distanza dalla costa orientale dell’Arabia Saudita. In realtà, il petrolio in Bahrain è stato scoperto prima che in Arabia Saudita. Difatti, la compagnia che ha trovato il petrolio in Arabia Saudita, la californiana Standard Oil (ora Chevron (NYSE:CVX)), stava producendo greggio in Bahrain quando uno dei suoi geologi ha visto formazioni geologiche simili dall’altra parte della baia, in Arabia Saudita. Solo allora ha pensato che magari poteva esserci petrolio anche in Arabia Saudita. (La storia di come il petrolio del Bahrain ha portato alla creazione dell’industria petrolifera saudita è una delle tante analizzate nel dettaglio nel mio nuovo libro, “Saudi, Inc.”, appena pubblicato).
Ma la produzione petrolifera del Bahrain si è ridotta considerevolmente negli ultimi decenni. Il paese produce solo una media di 40.000 barili al giorno dai suoi stessi campi e riceve olio aggiuntivo da un giacimento petrolifero che condivide con l'Arabia Saudita, portando la sua produzione totale a 200.000 barili al giorno. Il Bahrain non è membro dell’OPEC. Tuttavia, il paese prende parte all’accordo sui tagli alla produzione OPEC—non-OPEC. Questa scoperta potrebbe far cambiare gli interessi del Bahrain. Infatti, il paese potrebbe desiderare una chiusura più rapida dei tagli in base alla tempistica di inizio della produzione in questo giacimento o, altrimenti, potrebbe volersi unire all’OPEC. La scoperta di questo nuovo giacimento petrolifero potrebbe far diventare di nuovo il Bahrain un importante produttore di greggio.
Allo stesso tempo, la nazione sta cercando di inserirsi nel settore dell’esportazione di gas naturale. Il paese sta costruendo un terminale di gas naturale liquefatto che dovrebbe essere completato nel 2019 e, con questa nuova scoperta di un giacimento di petrolio e gas non convenzionale, il Bahrain potrebbe diventare un importante esportatore di gas naturale. Quanto importante sarà chiaro quando il Bahrain rivelerà ulteriori dettagli sulla dimensione del giacimento, sull’arco temporale di produzione e su quanto costerà produrre il petrolio e il gas.
Aggiornamento: Il Bahrain ha tenuto una conferenza stampa alle 14:00 ora locale di oggi in cui ha annunciato che stima che il giacimento possa contenere tra i 10 e i 20 mila miliardi di piedi cubici di gas naturale e 80 miliardi di barili di greggio.