Le attività di trading nel mercato del vino da investimento sono notevolmente scese nel mese di aprile. Nonostante il numero degli scambi sia sceso del 19,4%, il numero di offerte in acquisto o vendita è rimasto pressoché stabile, indicando che tra compratori e venditori vi è stata una situazione di stallo sui prezzi. E a giudicare dall’andamento dell’indice sono stati i venditori a cedere, accettando quindi prezzi più bassi per liquidare le posizioni.
Tutti i principali indici di Liv-Ex sono scesi nel mese di aprile. Il Liv-Ex100, principale benchmark dell’industria del wine investment è sceso dello 0,5%, andando ad annullare il rimbalzo messo in atto a marzo, mentre il Liv-Ex1000, l’indice geograficamente più vasto tra quelli disponibili è sceso del 1%. La performance negativa degli indici da inizio anno rimane comunque modesta, e questo a testimoniare la resilienza di un bene che, anche in momenti di mercato particolarmente negativi, non risente in modo eccessivo della discesa.
Questo contesto particolare di mercato arriva nel momento del lancio della campagna En Primeur a Bordeaux. Prima di vedere com’è andata è d’obbligo un veloce approfondimento. La campagna En Primeur è essenzialmente la degustazione dei nuovi vini prodotti dalla vendemmia 2022. Nelle scorse settimane si sono riuniti a Bordeaux sommelier, esperti e critici per degustare le nuove produzioni delle principali cantine. Per gli investitori in vino rappresenta un buon momento per poter acquistare in anticipo bottiglie che non sono ancora state realizzate. Si acquista quindi una quota all’interno della botte, con il diritto futuro di vedersi assegnate le bottiglie una volta che il processo di affinamento sarà completato. Il vantaggio per la cantina produttrice è ovviamente quello di poter monetizzare in anticipo la produzione, senza dover attendere il periodo di affinamento. Per fare ciò deve vendere a sconto, a prezzi inferiori rispetto a quelli che le bottiglie avranno una volta immesse sul mercato. Per l’investitore il vantaggio è di poter acquistare ad un prezzo più basso, a fronte di un vincolo temporale in quanto per poter andare poi a vendere le bottiglie sarà necessario attendere che vengano effettivamente realizzate. L’annata 2022 può essere considerata una di quelle annate davvero grandiose, e per questo motivo i prezzi di partenza sono risultati più elevati rispetto alle annate precedenti.
La tabella evidenza i vini di Bordeaux 2022 che hanno ricevuto un potenziale punteggio di 100 punti da almeno due critici fino ad oggi (data pubblicazione 4 maggio 2023; critici inclusi: James Sucking, William Kelley, Yohan Castaing, Jean-Marc Quarin, Jeff Leve). C’è una lode unanime per Leoville Las Cases che ha ricevuto potenzialmente 100 punti da tutti e quattro i critici che li hanno valutati. Sono ovviamente giudizi parziali che dovranno poi essere confermati nel tempo di affinamento e infine dopo l’imbottigliamento ma danno una prima indicazione di quali vini potranno emergere dal punto di vista qualitativo. Dal punto di vista della denominazione Pomerol ha il numero maggiore di vini presenti nella lista con quattro (Lafleur, Conseillante, Le Pin e Petrus), seguita da Pauillac e Saint-Emilion con tre vini rappresentati.
Chiudiamo come sempre con l’analisi dei vini che hanno meglio performato nel mese di aprile, nonostante la congiuntura di mercato negativa. Provendono da regioni diverse, tra cui Italia, Champagne e Borgogna. Il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2010 di Bruno Giacosa ha visto un incremento di prezzo del 7,9%, seguito da Salon Le Mesnil-sur-Oger Grand Cru 2012 cresciuto del 5% con la regione di Champagne che ha visto crescere del 4,8% anche Dom Perignon 2010. A completare il podio però un vino di Borgogna, con il prezzo crescita ad aprile del 4,9%, ovvero Domaine Armand Rousseau Chambertin-Clos de Beze Grand Cru 2016.