Se mi fossi arreso ieri, non sarei quello che sono oggi” (Wesley D’Amico)
Continuano le buone notizie. Le trimestrali americane spingono Wall Street, con il Dow Jones che ha fatto segnare un nuovo massimo storico, mentre l’indice Russell 2000, che rappresenta le small cap, ovvero i titoli più esposti all’economia reale, è salito per la quinta seduta consecutiva. Non accadeva dal 2020. Altra spinta arriva dalla politica monetaria. Goldman Sachs sostiene che ci siano le condizioni per un taglio di 25 punti base da parte della Fed già a luglio, anche se nessuno se lo aspetta. Un primo taglio a settembre è invece prezzato al 100%. Che il vento stia cambiando lo dimostra il prezzo dell’oro, tornato sui massimi storici e del bitcoin, da sempre correlato positivamente con il calo dei tassi di interesse. Nel frattempo a Milwaukee Donald Trump è stato incoronato come candidato del GOP alle elezioni presidenziali del 4 novembre, mentre il ruolo di vice è ricaduto su J.D. Vance, 39 anni, senatore dell’Ohio, Stato chiave alle prossime elezioni. Dopo l’ufficialità è arrivato l’appoggio ufficiale di Elon Musk che finanzierà con $45 milioni al mese la campagna dei candidati Repubblicani. Questo mentre Joe Biden si è visto congelare $90 milioni dai grandi donatori. In questo contesto l’FMI ha alzato le stime sulla crescita del PIL mondiale al +3,3%, e, a sorpresa, anche all’Italia. Nel 2025 la nostra economia è vista in espansione del +0,9% rispetto al +0,7%. Buone notizie che hanno aiutato soprattutto il mercato monetario: lo spread Btp-Bund è sceso sotto la soglia di 130 punti, sui minimi di marzo scorso. Piatta Piazza Affari, indebolita dai titoli finanziari ed energetici. Oggi attenzione al dato sull’inflazione nella zona euro a giugno vista in aumento del 2,5% su base annua.
Auto senza batteria
Non buone notizie per il mercato dei veicoli elettrici negli Stati Uniti. General Motors rinuncia al suo obiettivo di produzione per il 2025. Il target era costruire una capacità produttiva in Nord America per un milione di EV entro la fine del 2025. In meno di 18 mesi dall’annuncio, l’Amministratore Delegato Mary Barra ha dovuto quindi ridimensionare le aspettative. Parlando in un’intervista con CNBC, Barra ha infatti dichiarato: “Stiamo vedendo un po’ di rallentamento qui. Non raggiungeremo il milione, perché il mercato semplicemente non si sta sviluppando. Ma ci arriveremo.” GM ha investito miliardi di dollari nei veicoli elettrici. Lo sforzo è iniziato con la Chevrolet Bolt, che è stata successivamente affiancata da modelli elettrici dei marchi Hummer, GMC, Cadillac, Brightdrop e Chevrolet. L’annuncio arriva a pochi giorni di distanza dalla decisione del Presidente Joe Biden di concedere ingenti finanziamenti alle case automobilistiche statunitensi per produrre veicoli elettrici in patria. Un miliardo è stato concesso a Stellantis mentre a GM sono stati assegnati 500 milioni. Finanziamenti che però potrebbero essere messi in discussione in caso di cambio alla Casa Bianca. La domanda è quindi ferma, proprio in attesa di capire quale sarà la direzione del Governo. Le auto elettriche “domestiche” infatti non si vendono a meno di generosi incentivi statali che le rendano competitive rispetto a quelle con carburanti tradizionali.
La Cina sotto attacco?
Il terzo plenum (riunione plenaria del comitato centrale) del PCC si apre con la notizia dell’incoronazione della coppia Trump-Vance che minaccia di aumentare i dazi sui prodotti cinesi sino al 60%. Il candidato Repubblicano è stato il primo ad avviare la trade war ma Biden non ha sicuramente fatto la pace. Per cui indipendentemente dal risultato delle presidenziali americane, la Cina dovrà adottare contromisure per rilanciare la crescita economica del Paese. Nel secondo trimestre il Pil è infatti salito meno dell’obiettivo del 5%. L’FMI conferma il target per tutto l’anno, ma al prezzo di nuove importanti misure di stimolo, in particolare nel settore green. All’orizzonte quindi importanti riforme in grado di rivitalizzare alcuni settori strategici in Cina, ovvero l’immobiliare, ma anche all’estero come il lusso e l’automotive soprattutto in Europa. Tra i risvolti positivi della debolezza cinese, il calo della domanda di energia sta spingendo verso il basso il prezzo del petrolio, sceso sotto $80, con riflessi positivi sulla parte non core dell’inflazione.