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Tonfo delle valute, Trump stacca la spina alle trattative sullo stimolo

Pubblicato 07.10.2020, 09:41
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 6 ottobre 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Nella serata di questo martedì, il Presidente Trump ha staccato la spina alle trattative sullo stimolo, facendo crollare valute e titoli azionari. Ha chiesto al suo staff di interrompere i negoziati fino a dopo le elezioni, il che significa che gli americani disoccupati e le aziende in difficoltà non riceveranno altri aiuti almeno fino a dicembre. L’annuncio inaspettato ha spento i rally delle coppie EUR/USD e USD/JPY e potrebbe segnare l’inizio di una profonda contrazione della propensione al rischio. Persino quando Trump è stato ricoverato in ospedale per il COVID-19 la prospettiva di uno stimolo fiscale aveva mantenuto supportati i mercati finanziari. Ma, cancellando questa speranza, Trump sta dando agli investitori un buon motivo per regolare i conti in vista delle elezioni di novembre. È sempre possibile che cambi idea fra una settimana o due ma, per il momento, ci aspettiamo ulteriori perdite dei titoli azionari e delle valute. Questo annuncio potrebbe confermare un apice alla SMA su 50 giorni per il cambio USD/JPY, attualmente vicino a 105,75. A parte questo, il biglietto verde ha guadagnato richiesta di valuta rifugio, salendo contro tutte le altre maggiori valute.

I dati USA hanno avuto poca importanza in una giornata concentrata sul rischio, con il deficit commerciale aumentato. Il Presidente della Federal Reserve è inoltre intervenuto questa mattina ed ha ribadito tassi bassi a lungo termine da parte della banca centrale. Come aveva detto ieri la presidente della Fed di Cleveland Mester, non c’è bisogno di fare niente al momento ma si potrebbe allungare la scadenza degli acquisti di bond se necessario. Il Presidente Bullard concorda, affermando che gli acquisti di bond sarebbero la soluzione migliore. Non sono previsti altri report economici USA per domani, oltre al verbale del FOMC. La Federal Reserve ha espresso la sua posizione molto chiaramente il mese scorso. Con l’inflazione al di sotto dell’obiettivo e la disoccupazione a livelli storicamente alti, non ha intenzione di alzare i tassi di interesse nei prossimi 3 anni. In effetti, 2 policymaker su 9 volevano che la Fed usasse un linguaggio più forte per descrivere l’impegno nei confronti di tassi di interesse bassi. I verbali del FOMC dovrebbero rafforzare la posizione prudente della banca centrale, che potrebbe essere più negativa che positiva per il biglietto verde.

Intanto, i dati più forti del previsto sugli ordinativi alle fabbriche in Germania hanno spinto l’euro prima dell’annuncio di Trump. Il cambio EUR/USD è salito sopra 1,18 per la prima volta in 2 settimane prima di colare a picco. I dati sulla produzione industriale tedesca sono attesi per domani e dovrebbero essere più forti, dopo il report di oggi. Tuttavia, nulla di tutto questo potrebbe importare se il mercato sarà guidato dall’avversione al rischio. La sterlina continua ad essere caratterizzata da volatilità in vista delle trattative sulla Brexit di domani. Ci sono voci secondo cui l’UE potrebbe far mettere le carte in tavola al Regno Unito per capire se è davvero intenzionato a lasciare l’Unione senza un accordo commerciale ma, secondo “fonti UE” l’ultimo round di trattative è il più positivo.

Il dollaro australiano è quello andato più in selloff sulla scia dei dati commerciali più deboli. La Reserve Bank ha lasciato i tassi di interesse invariati ed ha confermato la necessità di una posizione di politica monetaria altamente accomodante. Il governo australiano ha inoltre annunciato nuovi tagli alle tasse e misure per spingere l’occupazione. Ciò porterà il deficit di bilancio ad un massimo storico, ma il governo non vede alcuna ripresa del bilancio senza una ripresa dell’occupazione. I dati sull’indice PMI sul settore dei servizi sono attesi per questa sera e, se fossero deboli, potrebbero accelerare il calo dell’AUD. Il dollaro canadese scende sulla scia dei dati commerciali più deboli. L’indice PMI IVEY in Canada sarà pubblicato domani e deciderà se il cambio USD/CAD estenderà o meno i suoi guadagni oltre 1,33.

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