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Tassi più alti potrebbero affondare i titoli a bassa capitalizzazione

Pubblicato 30.04.2021, 13:58
US2000
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Questo articolo è stato scritto in esclusiva per Investing.com

L’indice a bassa capitalizzazione Russell 2000 ha faticato ultimamente, non riuscendo a spingersi ai massimi storici come hanno fatto i rivali ad alta capitalizzazione. In base ad alcuni recenti scambi delle opzioni, che indicano prezzi più bassi all’orizzonte, i problemi potrebbero essere appena cominciati. L’iShares Russell 2000 ETF (NYSE:IWM) diventa vulnerabile ad un crollo di ben l’8% dal suo prezzo attuale di circa 228 dollari.

Questa prospettiva ribassista per i titoli a bassa capitalizzazione potrebbe essere il risultato del timore che i tassi di inflazione saliranno, comportando margini più bassi, soprattutto se non tutti i costi dovessero essere passati al consumatore. I rendimenti dei bond sembrano stare preparandosi a schizzare. La prima settimana di maggio potrebbe innescare questo rimbalzo con la pubblicazione di una raffica di dati legati all’inflazione.

Tassi più alti

Con la Fed determinata a mantenere la politica monetaria accomodante e a portare più su i tassi di inflazione, i tassi di interesse hanno abbastanza spazio per salire. I grafici tecnici mostrano pattern rialzisti per i tassi di interesse a 5,7,10 e 30 anni. I pattern somigliano tutti a flag rialziste che stanno per infrangere il loro attuale canale di trading. Potrebbe anche succedere che i tassi a 10 anni superino i massimi precedenti e si dirigano verso il 2%.

10-year Treasuries Daily

Grafico giornaliero Titoli del Tesoro a 10 anni

Dei tassi di inflazione più alti potrebbero pesare sui margini di profitto, soprattutto per alcuni di questi titoli a bassa capitalizzazione che sono più sensibili ai prezzi più alti nelle filiere di produzione e distribuzione. Dei margini più bassi soffocherebbero la crescita degli utili e ridurrebbero i multipli nel settore a bassa capitalizzazione.

Scommesse su un calo dei titoli a bassa capitalizzazione

I trader delle opzioni stanno scommettendo su un ribasso nelle ultime sedute, indicando prezzi più bassi per il settore a bassa capitalizzazione. Il 28 aprile, le posizioni aperte per le call a 227 dollari IWM del 18 giugno sono aumentate di circa 8.300 contratti e sono state comprate a circa 7,50 dollari. Questo indica che l’ETF sarà scambiato sotto 121 dollari entro metà giugno. Inoltre, qualcuno scommette che scenderà ancora di più; il 26 aprile, le posizioni aperte per le put a 215 dollari di giugno sono aumentate di oltre 17.000 contratti ed acquistate a circa 4,80 dollari a contratto. Implica che IWM sarà scambiato a circa 110 dollari entro la data di scadenza, con un tonfo di circa l’8%.

Anche il grafico tecnico di IWM al momento suggerisce che potrebbero esserci guai all’orizzonte. C’è un potenziale pattern di inversione testa e spalle che si sta formando sul grafico. Potrebbe essere troppo presto per confermare il pattern ribassista, ma sicuramente dovrebbe essere seguito con attenzione. Una conferma del pattern ribassista non si avrà fino a quando IWM non sarà sceso sotto i 207 dollari. Sebbene i trader non stiano scommettendo su un tonfo tanto pesante, un nuovo test di quel livello di supporto è certamente possibile e sarebbe in linea con l’ipotesi di cui abbiamo parlato.

Più inflazione

Se la Fed dovesse vedere esaudito il suo desiderio di un tasso di inflazione sostenibile ad una media del 2% per un po’ di tempo, probabilmente questo significherà che i rendimenti nella parte lunga della curva avranno solo una direzione in cui andare: verso l’alto. A meno che la Fed non adotti un controllo della curva del rendimento, il che sembra improbabile, i tassi dovranno salire da qui in poi. Questo spiega perché il mercato dei bond al momento è posizionato per un tono rialzista dei tassi.

Allo stesso tempo, dei tassi di inflazione più alti probabilmente premeranno sui margini di alcune società più piccole, soprattutto se non riusciranno a passare tutti questi costi in aumento ai loro clienti. Nel complesso, potrebbe significare che il settore è destinato a prezzi più bassi, in particolare se l’idea dei mercati dei bond dovesse rivelarsi essere quella giusta.

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