Dirigenti Ammettono Greenwashing: Un'Adesione ESG Fittizia

Pubblicato 06.08.2023, 19:00
Aggiornato 05.10.2024, 20:55
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Indiscutibilmente, le pratiche legate all'ambiente, agli aspetti sociali e alla governance (ESG, acronimo inglese) hanno sperimentato un notevole avanzamento nell'ambito aziendale negli ultimi anni. Tuttavia, una ricerca condotta dalla consulenza americana Harris Poll, su commissione di Google (NASDAQ:GOOGL) Cloud, presenta preoccupanti constatazioni. Dei 1.491 dirigenti intervistati, tra cui presidenti e direttori di aziende con più di 500 dipendenti, circa due terzi hanno manifestato dubbi sull'autenticità delle pratiche di sostenibilità adottate dalle proprie organizzazioni. Questi dubbi possono riflettere una crescente consapevolezza dell'importanza dell'ESG, nonché la necessità di maggiore trasparenza e responsabilità aziendale.

Inoltre, circa il 60% dei partecipanti ha ammesso che le proprie aziende hanno già intrapreso il greenwashing, termine utilizzato per descrivere iniziative che apparentemente giovano alla società e all'ambiente, ma che mancano di sostanza nella realtà. Questo dimostra uno scollamento tra la retorica delle aziende e le loro azioni concrete in materia di sostenibilità. Tale discrepanza non solo mina la fiducia dei consumatori e degli investitori, ma indebolisce anche gli sforzi globali per affrontare le sfide ambientali e sociali urgenti.

Questi dati, purtroppo deludenti, evidenziano che le aziende hanno ancora molto da imparare e migliorare nel contesto ESG. Secondo il 65% dei partecipanti, una delle principali sfide legate a questo tema risiede nella valutazione dei progressi compiuti. Solo il 36% dei dirigenti ha affermato che le proprie aziende utilizzano metriche per monitorare i risultati delle iniziative di sostenibilità. Questa mancanza di metriche chiare e standardizzate può rendere difficile il confronto tra le pratiche aziendali e il loro vero contributo alla sostenibilità globale.

Tuttavia, questa situazione tende a evolvere, almeno per quanto riguarda il monitoraggio delle emissioni di gas serra da parte delle aziende. Il mese scorso, la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha proposto che tutte le aziende quotate nelle borse valori statunitensi, comprese quelle straniere, divulghino annualmente le loro emissioni di CO2 di portata 1 (derivanti dalle loro attività dirette) e portata 2 (legata al consumo di energia). Questa iniziativa dimostra un riconoscimento crescente dell'importanza della divulgazione trasparente delle impronte di carbonio delle aziende come mezzo per promuovere la responsabilità ambientale.

Anche i regolatori sono attenti alla diffusione del greenwashing. Nel Regno Unito, il numero di annunci pubblicitari respinti a causa di questa pratica di "trucco" è triplicato nel 2021. Questo mette in luce un aumento della vigilanza e dell'applicazione delle regolamentazioni al fine di garantire che le aziende non esagerino o distortino le loro credenziali sostenibili. Non sorprende quindi che la Commissione europea stia considerando l'implementazione di regolamentazioni che vietino alle aziende di diffondere pubblicità con informazioni ambientali non verificabili. Questo approccio più rigoroso può contribuire a creare un ambiente aziendale più trasparente ed etico, incoraggiando le aziende ad adottare pratiche genuinamente sostenibili.

In sintesi, i risultati della ricerca evidenziano la necessità continua di un impegno più solido da parte delle aziende in materia di ESG. La crescente consapevolezza dell'importanza di tali pratiche, unita a regolamentazioni più rigorose e a requisiti di divulgazione trasparente, può contribuire alla costruzione di un settore aziendale più responsabile, che veramente contribuisca a un futuro sostenibile.

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