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L’uragano Harvey pesa sul settore energetico USA, impatto in aumento

Pubblicato 30.08.2017, 13:00
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La città di Houston e il Texas orientale in generale continuano a subire l’uragano Harvey, che ha colpito la zona venerdì e sabato, e gli effetti della tempesta, come le forti inondazioni.

La zona di Houston è la capitale energetica degli Stati Uniti, di conseguenza, questo disastro umanitario è diventato un problema rilevante per il comparto energetico e gli investitori del settore.

Benzina

Sono venuti a mancare quasi 3 milioni di barili al giorno di capacità di raffinazione in un raggio di circa 300 miglia nella Costa del Golfo dall’arrivo dell’uragano.

La seconda raffineria della nazione, di proprietà della ExxonMobil (NYSE:XOM), con una capacità di 560.000 barili al giorno, è stata del tutto chiusa.

La principale raffineria del paese, Motiva, posseduta e gestita dalla saudita Aramco, si trova vicino al confine con la Louisiana.

Ieri sera, Motiva ha annunciato che bloccherà la produzione per via dell’inondazione e non si sa quando verrà riaperta.

Anche la vicina raffineria Valero ha bloccato la produzione per via del maltempo.

Alcune raffinerie a Corpus Christi dovrebbero riaprire la prossima settimana.

Le implicazioni sono terribili. Al momento, il 30% della capacità di raffinazione USA è stata messa al tappeto o compromessa e si ritiene che buona parte di essa potrebbe mancare per molte settimane.

Il prezzo della benzina negli Stati Uniti inizia a salire e potrebbe restare alto per un po’ fin quando il Texas non si sarà ripreso.

Ciò riporta l’attenzione sulla vulnerabilità del sistema energetico statunitense, vulnerabilità nota da tempo ma perlopiù ignorata: le raffinerie statunitensi sono sovraccariche e funzionano al massimo, quasi per tutto il tempo.

C’è poca capacità di raffinazione disponibile nel sistema statunitense.

In un sistema così strettamente bilanciato, una qualsiasi interruzione non prevista, causa una serie di aumenti del prezzo della benzina nella regione.

D’altra parte, l’impatto non sarà così immediato o grave come all’indomani dell’uragano Katrina nel 2005, dal momento che, sul mercato energetico USA, ci sono scorte di benzina relativamente alte al momento.

Per molte settimane, dai report dell’EIA sono emersi aumenti delle scorte, il che potrebbe contribuire a ridurre l’impatto delle interruzioni dell’attività di raffinazione.

In effetti, questo disastro contribuirà a ridimensionare l’eccesso delle scorte di benzina.

Greggio

Il prezzo del greggio dovrebbe restare basso, dal momento che la produzione di greggio non è stata colpita significativamente dall’uragano. Circa il 22% della produzione offshore nel Golfo del Messico (circa 379.000 barili al giorno) è stata temporaneamente bloccata. La maggior parte sta riprendendo.

Anche la produzione onshore è stata colpita, con alcuni produttori che hanno bloccato le attività ad Eagle Ford, come XTO (XOM) e Marathon (NYSE:MPC). (Marathon ha però già ripreso la produzione).

Anche Chesapeake Oil (NYSE:CHK) ha annunciato che ridurrà la produzione per via delle interruzioni della raffinazione.

Probabilmente ci saranno altre riduzioni nella produzione di petrolio da scisto man mano che i produttori si renderanno conto che non possono mandare il greggio da nessuna parte.

D’altra parte, se i produttori da fracking e offshore non riducono abbastanza la produzione, l’eccesso delle scorte di greggio potrebbe peggiorare in un momento in cui la capacità di raffinazione è limitata.

Se i produttori non dovessero tagliare la produzione, il prezzo del greggio scenderà ancora di più.

Come conseguenza dell’interruzione dell’attività di raffinazione e della chiusura dei porti (Corpus Christi, Galveston e il canale di Houston), cisterne cariche di greggio stazionano nel Golfo del Messico impossibilitate a scaricare il carico.

In base a quanto ci vorrà per la riapertura dei porti (Corpus Christi ha subito dei danni e il canale di Houston dovrà essere ripulito dai depositi di limo), il prezzo del greggio potrebbe restare basso per un po’.

Tuttavia, a lungo termine, gli ordini di importazione inevasi potrebbe contribuire a far scendere le scorte di greggio e benzina USA.

A lungo termine, i dati potrebbero mostrare che l’eccesso di greggio è meno grave.

Anche se i prezzi sono immediatamente crollati dopo Harvey, c’è la possibilità che i dati dei prossimi mesi li facciano risalire.

Altro

Gli impianti di gas naturale liquefatto, come il Sabine Pass della Cheniere Energy (NYSE:CQP), di recente apertura, sembrano aver subito solo danni minimi.

Gli oleodotti della zona che trasportano gas naturale, benzina, prodotti petroliferi e greggio sono state danneggiati in parte.

Molti operatori li hanno chiusi ed il Colonial Pipeline, l’oleodotto che trasporta la benzina negli Stati Uniti sudorientali, è stato colpito dalla tempesta, i servizi in molte località sono stati interrotti.

Lo Strategic Petroleum Reserve, a Freeport, in Texas (vicino Houston) ha subito dei danni per via dell’uragano.

Il governo ha dichiarato che la struttura è “incapace”.

Probabilmente si tratta di una situazione temporanea.

I trader dovranno aspettarsi che i dati dell’EIA sulla produzione e la raffinazione di greggio siano molto diversi nelle prossime settimane, poiché l’uragano e l’alluvione continueranno ad avere un impatto sul settore energetico della Costa del Golfo per un certo periodo.

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