Nella giornata di domani uscirà il dato più importante della settimana, cioè l’inflazione USA.
Le stime, come riportato dal calendario economico di Investing.com, mostrano come a livello di variazione annuale dovremmo assistere ad un calo sia a livello mensile che annuale della componente IPC core, mentre la componente IPC generale dovrebbe calare su base mensile ed aumentare leggermente su base annuale.
In particolare, queste le attese:
- IPC Core annuale: in leggero calo da 3.8% a 3.7%
- IPC annuale: in crescita da 3.2% a 3.4%
- IPC Core mensile: in leggero calo da 0.4% a 0.3%
- IPC mensile: in leggero calo da 0.4% a 0.3%
A livello di Asset class, in caso di dati in calo, i possibili candidati per eventuali rivalutazioni hanno già iniziato a riprendersi dall’ultima analisi, ovvero:
- Small Cap
- Bond
- Metalli preziosi (Future Oro/Future Argento)
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Non è strano infatti vedere come prima reazione ad un IPC inferiore alle attese un calo dei rendimenti dei treasury (e viceversa).
In Italia però c’è un modo di dire ovvero “quel tizio se la canta e se la suona”, quando racconta storie a cui crede solo lui. Ecco, il mercato mi sembra tanto che se la canti e se la suoni in merito al taglio dei tassi.
Allora chiediamoci sempre: e se le cose non andassero come previsto? Cosa succederebbe per esempio se nel 2024 non ci fosse alcun taglio dei tassi, magari perché la lotta all’inflazione ancora non è domata?
Ricordo che è dalla fine dello scorso anno che i mercati erano prima convinti di un taglio a marzo (poi non avvenuto) ed ora nemmeno a maggio si è così sicuri di ciò (anzi, le probabilità cono ancora per tassi fermi al 96%).
Non ragioniamo mai considerando il taglio tassi una certezza, piuttosto pensiamo a come comportarci qualora le cose non andassero come tutti pensano. In particolare, tra le opzioni migliori a mio giudizio in questa fase di mercato, i portafogli Lazy (indipendenti da ciò che accade) e le strategie rotazionali.
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