Dagli ultimi dati diffusi dalla BNS, emerge che la banca centrale svizzera è rimasta piuttosto attiva nella settimana conclusasi l’otto di luglio, i depositi a vista sono aumentati di 3,7 miliardi di CHF, attestandosi a 434 mld di CHF.
Per la quarta settimana consecutiva, è aumentato il denaro detenuto dalle banche svizzere presso la BNS, in un contesto caratterizzato dalle continue pressioni al rialzo sui beni rifugio sulla scia del voto a favore della Brexit.
Dal 23 giugno, i depositi a vista sono saliti di 17,5 mld CHF, il rialzo mensile maggiore dal gennaio del 2015, quando la BNS rimosse la soglia a 1,2000; finora la BNS è riuscita mantenere il Franco svizzero sopra 1,08, nonostante i tantissimi investitori in cerca di un riparo.
L’inversione a rischio 25-delta a un mese – che misura la differenza fra i prezzi call e put – non è ancora tornata sui livelli precedenti alla Brexit, ciò significa che gli investitori continuano a comprare per tutelarsi da un ulteriore indebolimento dell’EUR/CHF.
Ciò nonostante, la differenza della volatilità implicita fra call e put lunedì è tornata al -1,62%, dopo aver raggiunto il -3,70% una settimana prima del giorno del referendum sulla Brexit.
Molto probabilmente l’EUR/CHF subirà ancora pressioni al ribasso, mentre il mercato continua a valutare le conseguenze dell’uscita del Regno Unito per l’UE; la banca centrale continuerà quindi a intervenire sui mercati valutari, spingendo a livelli mai visti i depositi a vista.