Ecco la domanda del mercato. La risposta è complessa, perché sicuramente anche la BCE aumenterà i tassi, ma difficilmente prima di luglio/agosto e probabilmente di 0,25 bp. L’economia USA e quella Europea hanno infatti dinamiche diverse a cominciare dal PIL che in Europa nel 1Q22 è cresciuto dello 0,2% (in USA è sceso dell’1,4%), anche se in assenza di alcune variazioni congiunturali la percentuale sarebbe stata prossima allo zero. Il filo comune, se vogliamo trovarlo, è che entrambe le economie si stanno fortemente indebolendo.
Il futuro a breve è legato alla guerra
Il futuro a breve, inutile negarlo, è legato a doppio filo alle vicende della guerra che ha ulteriormente esasperato il rincaro dei prodotti energetici, le strozzature all’offerta di beni e alimentato per questa via l’aumento dei prezzi. E’ quindi un’inflazione da costi, dipendente da fattori internazionali ed esogeni all’Europa, che riduce il potere di acquisto e indebolisce la domanda per consumi e investimenti. Come noto, nell’inflazione da costi la politica monetaria ha le armi un po’ spuntate e questo rende le scelte della BCE più complicate, perché una restrizione monetaria indirizzata a contenere l’inflazione affosserebbe una crescita già in calo, scalfendo solo di poco l’incremento dei prezzi.
La strategia dichiarata dalla BCE è chiara
La strategia delineata dal Consiglio Direttivo della BCE per i prossimi mesi appare al momento ben delineata (la Lagarde è stata piuttosto chiara al riguardo), anche se molti sono gli elementi di flessibilità messi in campo. Con l'inflazione di medio termine effettiva e attesa intorno al 2%, è ragionevole ridurre gradualmente l’accomodamento monetario e gli stimoli all’economia. E’ possibile inoltre che, se il contesto macroeconomico lo consente, i tassi reali negativi possano non essere più necessari. Vedremo.
La strategia? Partiamo dalle certezze.
Quale strategia seguire dunque per gli investimenti? Partiamo dalle certezze. Il livello dei tassi alla fine del 2023 sarà più elevato rispetto a quello attuale, il NGeu sarà operativo, la guerra sarà finita (è anche un auspicio). Motivi questo per i quali continuiamo a privilegiare tutti quei settori interessati dal NGeu. In particolare quelle imprese che operano nel settore della digitalizzazione di prodotto e di processo, della cyber security, della trasmissione di dati su rete fissa o mobile. Ma anche tutte le imprese la cui attività riguarda la rivoluzione verde, da quelle locali a quelli nazionali, senza dimenticare tutte quelle che operano nel settore delle infrastrutture e della cura alla persona.