I messaggi della Fed sono un fattore molto importante per il dollaro. L’interpretazione cauta iniziale da parte dei mercati della “pazienza” della Fed sui prossimi aumenti dei tassi e della “flessibilità” circa la riduzione del bilancio è stata confermata dalla pubblicazione dei verbali del vertice di gennaio ieri.
Dopo la pubblicazione, il dollaro ha segnato una ripresa dal minimo di due settimane. È salito di un altro 0,15% oggi, attestandosi vicino al massimo della seduta.
Tuttavia, anche lo scontro commerciale con la Cina sta avendo un effetto significativo. Nel corso dell’ultimo anno, il dollaro si è ritrovato in una dinamica unica: salire sia con la propensione al rischio, ogni volta che si allentavano le tensioni commerciali USA-Cina, che con l’avversione al rischio, quando i timori tornavano al centro della scena.
I trader sposteranno ora la loro attenzione, guardando oltre i negoziati commerciali fra i due paesi. Ieri il Presidente Trump ha infatti reso noto che applicherà dazi sulle auto europee se non raggiungerà un accordo con l’UE. Qualsiasi notizia di uno scontro commerciale con Europa o Giappone farebbe rafforzare il dollaro per via del suo status di valuta rifugio.
Siamo ribassisti sul biglietto verde da dicembre. Stimiamo ora che il ripetuto test di gennaio del livello di 95,00 possa essere stato un fondo.
L’indice del dollaro da allora ha stabilito un trend rialzista a breve termine, con una serie di massimi-minimi ascendenti. Il fondo ha ritestato la linea di trend rialzista dal fondo del febbraio 2018 sopra 88,00, in cui il trend a medio termine ha continuato a salire. Ciò è stato rafforzato dalla dma su 200, da cui il prezzo è schizzato di oltre il 2% con uno straordinario rialzo di 8 giorni consecutivi.
Il minimo di ieri ha ritestato una precedente linea di trend ribassista dall’apice di novembre di un triangolo simmetrico e vi ha trovato ora un supporto, rafforzato sia dalla dma su 50 che da quella su 100.
Se il prezzo chiudesse sopra 96,68 dimostrerebbe la forza del supporto ai picchi del 24 gennaio, suggerendo il persistere della domanda, che farebbe schizzare il prezzo.
Dopo che verrà reclamato il picco del 24 gennaio di 96,68, un nuovo picco sopra il recente massimo del 15 febbraio di 97,37 attesterebbe l’integrità del trend rialzista a breve termine, facendo aumentare significativamente le probabilità che i tori conquistino il massimo del 24 dicembre di 97,71 arrivando al massimo dal maggio 2017.
Strategie di trading - posizione lunga
I trader conservatori dovrebbero aspettare un nuovo massimo nel trend a medio termine, sopra il picco del 24dicembre di 97,71, prima di impegnarsi con il trend in salita a breve termine.
I trader moderati potrebbero andare long con una chiusura sopra il picco del 24 gennaio di 96,68, che suggerisce che il trend rialzista a breve termine resta intatto.
I trader aggressivi potrebbero rischiare e andare long adesso, entrando nella presunta prossima impennata prima degli altri ed entrando al contempo anche più vicino al recente e più forte supporto, il minimo di ieri e minimo dopo l’impennata di questo mese.
Esempio di trading
- Entrata: 96,50
- Stop-Loss: 96,25
- Rischio: 25 punti
- Obiettivo: 97,25, sotto il picco del 15 febbraio
- Ricompensa: 75 punti
- Rapporto di rischio-ricompensa: 1:3