Domenica 22 novembre 2015 le sorti di 4 banche italiane si sono incrociate con quelle dei risparmiatori in veste di azionisti ed obbligazionisti, senza alcun impatto però sui lavoratori degli istituti di credito che non hanno perso il posto ma sono stati impiegati nelle “nuove 4 banche”.
Il bail in ha fatto sentire i propri effetti prima dell’entrata in vigore nel 2016 con una irruenza e drammaticità inaspettate. Cosa è successo dal lunedì 23 novembre ad oggi alle maggiori banche quotate sul FtseMib40? Hanno tutte registrato un rendimento negativo variabile tra il -25% ed il -67% circa. Occasioni di acquisto? Prezzi da saldo? Per chi volesse investire nel settore due suggerimenti fondamentali:
1) Aspettare la creazione della bad bank a livello europeo
2) Aspettare la fine del balletto delle fusioni/aggregazioni appena inaugurato da BP e PMI e che, su input della BCE, necessita di aumenti di capitale e quindi di diluizione dell’azionariato, elemento generalmente depressivo per le quotazioni
Tornata la calma è giusto valutare se selezionare alcuni dei gruppi che rimarranno sul mercato oppure investire sul settore con un etf.
L’investitore di lungo periodo, con maggiore propensione al rischio, potrebbe anticipare i tempi e comprare le tre migliori banche, per performance sui mercati dal 23 novembre, tenendole in portafoglio per almeno 5 anni.
Quali sono?
Intesa (MI:ISP) San Paolo, Mediobanca (MI:MDBI) e Popolare Milano (MI:PMII). Per i più cauti, o per chi volesse operare nel breve periodo in ottica di trading, si potrebbe suggerire una copertura parziale del portafoglio composto dai tre titoli con un etf short sul settore bancario italiano