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Economie giù, borse su

Pubblicato 14.08.2024, 08:58
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“La felicità è come gli occhiali che cerchiamo mentre li abbiamo sul naso” (Gilbert Cesbron)

Economie giù, borse su.
 L’indice ZEW, che misura le aspettative delle imprese tedesche, è sceso a 19,2 punti, il livello più basso dal luglio 2022. Questo segnale di debolezza economica in Germania potrebbe avere ripercussioni anche sul resto d’Europa, in particolare per l’Italia, primo partner commerciale della Germania. Questo scenario ha contribuito ad aumentare le aspettative degli operatori riguardo a un possibile taglio dei tassi da parte della BCE. Negli Stati UnitiWall Street ha registrato un incremento, spinta da dati macroeconomici che indicano un rallentamento dell’inflazione e un raffreddamento dell’economia: l’indice Nasdaq è salito del 2%Nvidia del 6% e Starbucks del 20% dopo la nomina di un nuovo CEO, sostenuta dai fondi attivisti tra cui Elliot. Al contrario, Trump Media & Technology Group è sceso del 3%, con l’intervista di due ore con Elon Musk su “X” che non sembra aver giovato alla sua campagna elettorale. Anche Piazza Affari ha avuto una giornata positiva, chiudendo sui massimi della seduta. L’oro, riscoperto nei periodi di maggiore volatilità, è rimasto stabile intorno ai $2.469, mentre il petrolio ha perso terreno. Lo spread è sceso leggermente a 141 punti base e il rendimento del BTP a 10 anni è al 3,57%. Oggi gli operatori si concentrano sui dati macroeconomici in uscita, con particolare attenzione al tasso di inflazione degli Stati Uniti per luglio, previsto alle 14:30.

Tempo di sondaggi


gestori di fondi globali hanno aumentato la liquidità nei loro portafogli nell’ultimo mese, riducendo l’esposizione alle azioni. Nonostante questo, restano ottimisti riguardo alla possibilità di un “atterraggio morbido” per l’economia e alle performance dei titoli di grande capitalizzazione negli Stati Uniti. Tuttavia, ritengono ora che la Federal Reserve dovrebbe adottare tagli più significativi ai tassi di interesse per evitare una recessione. I dati provengono dal sondaggio “Global Fund Manager Survey” di Bank of America (NYSE:BAC), che ha coinvolto 189 operatori con un patrimonio gestito di 508 miliardi di dollari. Le previsioni di crescita globale sono scese di 20 punti percentuali rispetto al mese scorso, con il 47% degli intervistati che si aspetta un rallentamento dell’economia mondiale nei prossimi 12 mesi. La crescita e la propensione al rischio sono diminuite a causa della volatilità dello yen giapponese e delle deboli buste paga di luglio. Di conseguenza, gli investitori hanno nuovamente aumentato i livelli di liquidità, portandoli al 4,3% rispetto al 4,1% del mese precedente. Per quanto riguarda la politica monetaria, il 55% degli investitori considera le misure attuali troppo restrittive, il livello più alto dal 2008. Il trade più popolare continua a essere quello sui “Magnificent 7” (le sette principali azioni tecnologiche), sebbene la sua popolarità sia diminuita ad agosto (53%) rispetto a luglio (71%). Seguono le scommesse contro le azioni cinesi (15%) e il yen giapponese (12%).

Recessione? Non esageriamo


UBS
 ritiene che le preoccupazioni su una possibile recessione negli Stati Uniti potrebbero essere esagerate. Nonostante le recenti fluttuazioni del mercato azionario e l’aumento delle preoccupazioni riguardo a una recessione, i fondamentali economici restano solidi. UBS sottolinea che le recenti oscillazioni sono state influenzate da fattori come le modifiche nella strategia di finanziamento del yen giapponese e altri indicatori economici. La banca prevede che la Federal Reserve potrebbe ridurre i tassi di interesse di 100 punti base nei prossimi mesi, il doppio della stima precedente, per sostenere il mercato del lavoro. UBS evidenzia inoltre che il recente calo dei prezzi delle azioni ha reso più vantaggioso investire in alcuni settori, in particolare quello tecnologico statunitense. Le valutazioni delle azioni tecnologiche sono ora più contenute, con il rapporto prezzo/utili previsto per i prossimi 12 mesi sceso da 32 a luglio a 27,4. Gli analisti prevedono che l’indice S&P 500 potrebbe chiudere l’anno intorno ai 5.900 punti e raggiungere i 6.200 punti entro metà del 2025, rispetto ai circa 5.344 punti attuali. Gli esperti consigliano di investire in aziende con utili stabili e in crescita, considerandola una strategia vantaggiosa soprattutto nei periodi di maggiore volatilità del mercato.

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