Non c'è alcun dubbio che i mercati siano giunti a un bivio. Nelle ultime ore, dopo il gran rimbalzo della scorsa settimana, abbiamo assistito a un aumento del flusso di liquidità verso asset rifugio e questo movimento sta minacciando di prendere slancio. Il forte calo di ieri, oltre il -4% sui principali mercati azionari, insieme al calo dei rendimenti obbligazionari e al rinforzo del dollaro, è più di un semplice campanello d'allarme.
Se questo movimento continuerà nelle prossime due sessioni, potrebbe trasformarsi nuovamente in un'ondata di vendite. In questo momento abbiamo una fase di sostanziale consolidamento, ma è normale se consideriamo l'importanza dei dati in arrivo. Oggi verranno pubblicate nuovamente le richieste di sussidi di disoccupazione settimanali degli Stati Uniti e dopo 3,28 milioni della scorsa settimana il numero dovrebbe crescere ulteriormente.
La reazione del mercato a qualsiasi sorpresa negativa potrebbe essere la chiave per le prossime sessioni. Quando i mercati vendono su cattive notizie è perché c'è la sensazione che il peggio sia ancora dietro l'angolo. Poi, ovviamente, domani sarà ancora più importante osservare i numeri delle buste paga non agricole.
Il grande movimento odierno è rappresentato dal notevole rimbalzo del prezzo del petrolio: oltre il 10%, ora ridotto della metà. Movimento dettato probabilmente dai commenti di Donald Trump il quale ha dichiarato di ritenere possibile una sorta di accordo tra Arabia Saudita e Russia nel corso della prossima settimana. Anche il presidente russo Putin ha affermato che dovrebbe essere trovata una soluzione. Ovviamente il movimento del petrolio sta innescando il rimbalzo anche delle valute legate alle materie prime (CAD, NZD, AUD).