Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Se l'inflazione inizierà a salire, o comunque a mostrarci segnali convincenti in quella direzione, potremmo assistere a cambiamenti anche repentini nel sentiment degli investitori.
I salari medi orari di venerdì scorso avevano già dato qualche cenno di ripresa – ed è il motivo per il quale dopo l’iniziale deprezzamento il Dollaro aveva provato a rimbalzare con decisione – ma l’inflazione produttiva di ieri è stata più debole del previsto su tutti i fronti.
Ciò, inevitabilmente, ha fatto nuovamente calare i rendimenti obbligazionari a più lungo termine e conseguentemente il Dollaro.
Oggi, invece spazio al CPI, quindi ancora inflazione – ancor più importante – a stelle e strisce.
La pressione sul dollaro è cresciuta anche a seguito dei sorprendenti verbali dell'ultima riunione del Consiglio direttivo della BCE, dai quali emerge la volontà di rivedere le linee guida della politica monetaria ad inizio 2018. Ciò ha spinto gli investitori a ipotizzare che la BCE voglia stringere le maglie monetarie ed ecco che il biglietto verde perde quei pochi guadagni messi a segno i giorni scorsi.
E in queste prime ore di contrattazione stiamo assistendo a un ulteriore spinta rialzista della nostra valuta.
Ovviamente abbiamo avuto un apprezzamento dell’oro e continua la corsa sfrenata di Wall Street.
Durante la notte è stato rilasciato il dato sul surplus commerciale della Cina, salito a $ 54,7 miliardi a dicembre ($ 37,0 miliardi del periodo precedente) spinto dall'aumento del + 10,9% delle esportazioni (+ 9,1% il dato atteso, + 12,3% quello scorso) con importazioni appena al + 4,5% (+ 13,0% il dato atteso, +17,7 % ultimo).
Dicevamo di Wall Street: ieri ha aggiornato di nuovo i massimi storici e chiudeva la sessione a ridosso di quei livelli con l’SP 500 + 0,7% a 2767 punti, mentre i mercati asiatici sono stati generalmente leggermente più cauti ( Nikkei -0,2%) così come quelli europei.
Nel forex , evidenziamo movimenti contrastati sul dollaro, che soffre soprattutto rispetto allo Yen e all’Euro, mentre le valute legate all’andamento delle materie prime appaiono leggermente sotto pressione dopo i dati cinesi.
Sul fronte macroeconomico dopo i dati PPI di ieri gli investitori guarderanno con ancor più interesse al’IPC delle 14:30. Ci si aspetta un + 0,2% su base mensile, mentre il dato annualizzato dovrebbe scendere al + 2,1% (da + 2,2% lo scorso mese), mentre l' IPC core dovrebbe essere pari a + 0,2% che se confermato manterrebbe il dato annualizzato al + 1,7%.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti (escluse le auto) dovrebbero attestarsi al + 0,4% mensile.
Varrà la pena anche ascoltare i commenti del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che parlerà alle 17:30 e ricordiamo che si tratta di uno dei membri più aggressivi del Consiglio direttivo della BCE.