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ETF del settore energetico in salita malgrado dollaro forte e tassi più alti

Pubblicato 31.05.2022, 15:48
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  • XLE è salito considerevolmente nel 2022
  • Calo del mercato azionario
  • Tassi di interesse più alti e dollaro in salita solitamente non sono bullish per le materie prime energetiche
  • La lotta ai cambiamenti climatici non supporta i combustibili fossili
  • 3 fattori continueranno a far salire XLE
  • I prezzi di greggio, gas naturale e carbone sono considerevolmente saliti dai minimi del 2020.

    Le società che estraggono idrocarburi dalla crosta terrestre stanno vedendo una pioggia di profitti, nonostante il mercato azionario sia diventato un falling knife. Dopo essere rimaste indietro rispetto al mercato per anni, le società energetiche tradizionali sono diventate leader, registrando guadagni mentre il resto del mercato azionario scende.

    L’ETF S&P 500 Energy Sector SPDR (NYSE:XLE) ha un portafoglio composto dalle maggiori compagnie energetiche tradizionali USA.

    XLE è salito considerevolmente nel 2022

    Dopo aver raggiunto il livello più basso dall’agosto 2003 a 22,88 dollari per azione nel marzo 2020, l’ETF XLE ha registrato minimi e massimi più alti.

    XLE Monthly Chart.

    Fonte: Barchart

    XLE possiede le azioni delle maggiori società USA di petrolio e gas. I primi 10 nomi sono:

    Fonte: Barchart

    L’ETF ha un’esposizione di oltre il 43,5% alle due principali società integrate di petrolio e gas USA: Exxon Mobile (NYSE:XOM) e Chevron (NYSE:CVX).

    Calo del mercato azionario

    Nel 2022, l’ascesa di XLE è stata particolarmente impressionante, dato il calo dei maggiori indici azionari statunitensi.

    Fonte: Barchart

    Tassi di interesse più alti e dollaro in salita solitamente non sono bullish per le materie prime energetiche

    Storicamente, dei tassi di interesse in salita ed un dollaro forte pesano sui prezzi delle materie prime, e quelle energetiche non fanno eccezione. Dei tassi più alti fanno salire i costi di finanziamento e le spese per le scorte.

    Ma il 2022 non è un anno normale. L’inflazione in salita sta facendo aumentare i costi di produzione. La guerra in Ucraina ha reso petrolio e gas delle armi in un conflitto economico tra la Russia, con il supporto cinese, e Stati Uniti, Europa ed i loro alleati. I prezzi di petrolio e gas naturale sono schizzati nel 2022.

    WTI Monthly Chart

    Fonte: Barchart

    Il grafico mostra il rialzo dei future del greggio NYMEX da 75,21 dollari alla fine del 2021 a 116,17 dollari al barile il 30 maggio, un rialzo del 54,5%.

    Natural Gas Monthly Chart

    Fonte: Barchart

    I prezzi del gas naturale sono passati dai 3,73 dollari del 31 dicembre 2021 agli 8,70 dollari per MMBtu il 30 maggio, un’impennata di oltre il 133%.

    Il greggio NYMEX ha raggiunto un massimo di 130,50 dollari al barile a marzo ed i future del gas naturale sono saliti a 9,447 dollari per MMBtu la scorsa settimana. Il picco storico del 2008 del greggio NYMEX era di 147,27 dollari, mentre il gas naturale aveva raggiunto il picco di 15,78 dollari per MMBtu nel 2005.

    I trend tecnici rialzisti delle materie prime energetiche continuano a supportare prezzi più alti.

    La lotta ai cambiamenti climatici non supporta i combustibili fossili

    Il cambiamento della politica energetica statunitense, che favorisce combustibili alternativi e rinnovabili, ha inibito la produzione USA.

    Il cambio di politica ha rimesso il potere di prezzo del petrolio nelle mani dell’OPEC, il cartello internazionale.

    I prezzi alle stelle di petrolio e gas stanno finanziando la guerra russa contro l’Ucraina.

    Il cambio della politica energetica statunitense crea un virtuale monopolio per le maggiori società integrate di greggio e gas USA. L’aumento delle regolamentazioni ed altri fattori creano barriere all’entrata per qualunque nuova compagnia nel settore dell’energia tradizionale.

    3 fattori continueranno a far salire XLE

    Al 27 maggio, la via della minore resistenza per XLE resta al rialzo. Il prossimo obiettivo tecnico per l’ETF è al massimo storico del 2014 di 101,52 dollari. L’ETF XLE ha una market cap da 41,728 miliardi di dollari e scambia una media di oltre 37,2 milioni di azioni al giorno.

    Ha una tariffa di gestione dello 0,10% e paga un dividendo annuale di 2,52 dollari che si traduce in un rendimento del 2,85%. XLE offre ai partecipanti dei mercati il meglio di entrambi i mondi su un mercato azionario in discesa: apprezzamento del capitale e rendimento sopra la media.

    Tre fattori dovrebbero continuare a spingerlo verso il test del massimo del 2014:

    • I prezzi di petrolio e gas sono in trend tecnici rialzisti, con nuovi massimi record all’orizzonte.
    • La guerra in Europa ha reso petrolio e gas strumenti economici. L’OPEC e la Russia probabilmente proseguiranno la stretta sui consumatori USA ed europei nei prossimi mesi.
    • Il mondo dipende da petrolio e gas, e la politica energetica statunitense impiegherà decenni a basare la dipendenza energetica su combustibili alternativi e rinnovabili.

    Su un mercato azionario in calo, XLE ha una performance stellare. I mercati bull e bear raramente si muovono in linea retta e le correzioni possono essere brutali. Comprerò XLE sul calo, in quanto la prospettiva per i prezzi del petrolio e del gas continua ad indicare minimi e massimi più alti.

    ***

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