La spesa in conto capitale

Pubblicato 26.06.2011, 15:35

Nel triennio 2005-07 la spesa in conto capitale delle Amministrazioni pubbliche italiane è
stata complessivamente pari a 62,5 miliardi di euro annui; di questi circa il 37 per cento è
attribuibile al Mezzogiorno. In termini pro capite la spesa in conto capitale effettuata
nel triennio nelle regioni meridionali può essere valutata in circa 1.100 euro annui; è
un valore superiore a quello del Centro Nord, pari a circa 1000 euro. I livelli di spesa
sono molto differenziati tra le diverse regioni: si collocano tra i 700 euro della Puglia e i
L’efficacia degli
interventi di
riequilibrio
territoriale
10
1.700 della Sardegna (tav. 1). Per il complesso del Mezzogiorno, dal 2002 si riscontra una
tendenza alla riduzione della spesa in conto capitale pro capite (in termini reali), a fronte di
una sostanziale stabilità al Centro Nord; nel 2007 la spesa in conto capitale era
sostanzialmente equivalente nelle due aree (fig. 1).
Sotto il profilo del finanziamento, la spesa in conto capitale trova copertura in
risorse ordinarie e risorse aggiuntive. Le prime hanno un rilievo maggiore al Centro
Nord, le seconde nel Mezzogiorno (cfr. Ministero dello Sviluppo Economico, 2007). Nel
2006 le due componenti rappresentavano rispettivamente il 92,7 e il 7,3 per cento della
spesa al Centro Nord; nel Mezzogiorno esse erano pari al 51,8 e al 48,2 per cento della
spesa. In base a stime effettuate dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica,
la quota delle risorse ordinarie assegnata al Mezzogiorno è scesa dal 28 per cento del 1998 al
24 per cento del 2006 (ultimo anno disponibile).
Sotto il profilo dell’utilizzo delle risorse, la spesa in conto capitale si suddivide in
investimenti pubblici e trasferimenti in conto capitale. Questi ultimi hanno un peso
relativamente più elevato nel Mezzogiorno. Nel 2009 le due componenti rappresentavano
rispettivamente il 67 e il 33 per cento della spesa in conto capitale del Centro Nord; nel
Mezzogiorno queste due quote erano pari al 60 e al 40 per cento della spesa.
Una componente importante degli investimenti delle Amministrazioni Pubbliche è
rappresentata dalla spesa per infrastrutture. Nel Mezzogiorno la spesa pubblica cumulata
della PA per infrastrutture in rapporto al PIL (ma anche in termini pro capite) per diversi
decenni è stata superiore rispetto al resto del Paese. Nonostante ciò vari indicatori,
segnatamente quelli che rapportano le dotazioni di infrastrutture alla popolazione o
alla superficie, pongono in evidenza un ritardo del Mezzogiorno rispetto al resto del
Paese. Vi possono aver influito vari fattori, dalla morfologia del territorio a una minore
efficienza nella gestione della spesa (Appendice 1).
Oltre che dalla PA, la spesa per infrastrutture è sostenuta anche da imprese pubbliche e private. Con
riferimento alle imprese pubbliche nazionali, si osserva una politica di spesa che in anni recenti è stata spesso
indirizzata verso il Centro Nord. Gli investimenti nel Mezzogiorno sono stati inferiori agli obiettivi
programmatici, finalizzati ad assicurare a quest’area una quota di spesa pari ad almeno il 30 per cento
della spesa ordinaria in conto capitale. In particolare, le ex-imprese pubbliche nazionali dell’energia e dei
trasporti, che alla fine degli anni ottanta effettuavano nel Mezzogiorno il 40 per cento dei loro investimenti,
hanno ridotto tale quota al 30 per cento alla fine anni novanta e al 26 per cento nel triennio 2005-07.
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I trasferimenti in conto capitale sono costituiti in larga parte da incentivi alle imprese, che
spesso hanno finalità di sviluppo territoriale. Le ricerche condotte in Banca d’Italia
negli ultimi anni mostrano che l’efficacia degli incentivi alle imprese è stata in
genere modesta. Molte imprese avrebbero effettuato gli stessi investimenti anche in
assenza dell’aiuto pubblico.

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